Non è l'ennesimo blog su Jane Austen... almeno non solo. E' uno spazio in cui si parla di libri, sopratutto di libri d'amore. Regency romance, ma anche chick lit e mummy lit per usare le più recenti definizioni sul genere. Caratteristiche fondamentali: happy end e sottile ironia. Capito il genere? Piace anche a voi? E allora, forza, alzi la mano chi di voi non ha, almeno per una volta sognato Pemberley. (Vai al primo post...)

martedì 20 gennaio 2009

Our Local Hero


Cerchiamo di vedere la cosa da un punto di vista strettamente “pemberliano”. Forse il “cattivo carattere”, l’eccessivo orgoglio, la rigidità e la ruvidezza di Mr. Darcy ci hanno impedito di amarlo alla follia? Forse il suo “decisionismo” ci ha dato fastidio, quando per esempio si fa carico della situazione in seguito alla fuga di Lidia con Wickham? O ce lo ha reso ancora più caro? O forse non abbiamo amato la severa compostezza (rigidezza?) e il comportamento autoritario del duca di Avon (La pedina scambiata, Georgette Heyer)? O i modi gelidi e a tratti “dispotici” (almeno agli occhi dei suoi pupilli) e il forte sarcasmo del conte di Worth (Il Dandy della reggenza, Georgette Heyer)? Perché insomma, diciamocelo chiaramente care pemberlyane, cosa c’è di meglio nei momenti di difficoltà di qualcuno che assuma il controllo della situazione e decida per noi cosa sia giusto o meglio fare? Certo la parola chiave è “giusto”, ma una volta che riconosciamo ai nostri eroi il senso di giustizia, e ovviamente glielo riconosciamo, altrimenti non sarebbero i nostri eroi, il resto va da se. E allora se riconosco a Renato Soru il senso di giustizia, e glielo riconosco, la volontà di agire per il mio bene, e gli riconosco pure quella, come gli riconosco quanto gli è cara la sua e mia Sardegna, perché quelle stesse caratteristiche che amo negli eroi dei “miei” romanzi, dovrebbero diventare in lui caratteristiche negative? Perché se per una volta un “eroe” esce dalle pagine non dovrei accoglierlo a braccia aperte? Dovrei forse preferirgli un Mr. Collins qualunque, senza nemmeno la sua pur involontaria ironia? No, grazie, meglio Mr. Darcy. Meglio Soru.

giovedì 1 gennaio 2009

Buon anno!

A chi ha già il suo lieto fine,
a chi ancora lo sta aspettando,
a chi si è stancato di aspettare con la mente ma non col cuore,
a chi si è stancato anche col cuore,
a chi rischia di lasciarselo sfuggire,
a chi ne vive tanti quotidianamente, ma non sempre se ne accorge.
Perchè in fondo un lieto fine è un fermo immagine. Dipende solo dal momento in cui decidi di fermare la storia.