Non è l'ennesimo blog su Jane Austen... almeno non solo. E' uno spazio in cui si parla di libri, sopratutto di libri d'amore. Regency romance, ma anche chick lit e mummy lit per usare le più recenti definizioni sul genere. Caratteristiche fondamentali: happy end e sottile ironia. Capito il genere? Piace anche a voi? E allora, forza, alzi la mano chi di voi non ha, almeno per una volta sognato Pemberley. (Vai al primo post...)

lunedì 28 gennaio 2008

La figlia perfetta


Ci sono dei momenti in cui anche le lettrici compulsive vanno un po' più a rilento per motivi vari. E potete stare sicuri che proprio in quei momenti in cui il tempo che potete dedicare alla lettura (pochissimo) è inversamente proporzionale alla vostra stanchezza (enorme) il mercato editoriale sarà florido come non mai e i vostri amici e colleghi faranno a gara per suggerirvi delle letture imperdibili. Così voi siete costrette a stabilire delle priorità e rimandare qualcosa a tempi migliori. E capita che ad essere sacrificate siano anche le letture più adatte a questo blog, ma siccome non lo voglio abbandonare sono "costretta" a recensire ogni libro che leggo e non a selezionare come in altri periodi. Ma a parte questa precisazione, La figlia perfetta di Anne Tyler l'avrei forse recensito comunque. Perchè è un bel libro, perchè Anne Tyler scrive bene perchè dopo aver letto diversi suoi libri mi sembra di essere stata a Baltimora e siccome quasi sicuramente a Baltimora non ci andrò mai, questa è sicuramente una gran cosa. Ho iniziato a leggere i libri di Anne Tyler perchè Nick Hornby suggeriva di farlo (Turista per caso è in cima alle sue classifiche personali) e non è stato amore alla follia. Non sono libri da isola deserta, per me. Però ogni volta che ne ho avuto uno sotto mano ho avuto voglia di leggerlo, e così è stato anche con quest'ultimo.


La figlia perfetta racconta la storia di due famiglie, una americana e una iraniana che vivono a Baltimora e si incontrano in aereoporto il giorno dell'arrivo delle rispettive figlie adottive dalla Corea. E' l'inizio di una lunga amicizia nata col pretesto di fa rincontrare le bambine per favorirne l'integrazione e sviluppatasi oltre i bisogni veri e presunti di Susan e Jin-Ho perchè di "integrarsi" non hanno bisogno soltanto loro e tutti in generale hanno bisogno di sentirsi "a casa". I personaggi sono descritti con sguardo attento a tutte le sfumature di comportamento che stringe spesso sulle occasioni di confronto e sulle differenze culturali tra i componenti delle due famiglie. Poi si allarga nuovamente e mostrarci delle persone che dovunque vivano affrontano dei problemi, che vanno dal difficile distacco dal ciuccio alla malattia e all'elaborazione della perdita, hanno paura, ma a volte riescono a vincerla, e hanno bisogno di riti e di legami. Dovunque, perchè in questo tutto il mondo è paese. E trasmettere quest'idea di appartenenza a un'unico grande paese è da grandi scrittori.

domenica 13 gennaio 2008

Non avevo capito niente


Chiariamo subito una cosa: in questo libro c'è posto per la storia d'amore, ma non è chick lit, anzi lad lit. Il protagonista è un avvocato, ma non è un legal thriller. E' pieno di riflessioni filosofiche sulla vita, l'amore, il lavoro, la fortuna etc., ma non è... Ok, basta, proviamo anche a dire un po' cos'è. E' un libro bello bello bello. Il protagonista Vincenzo Malinconico è decisamente agli antipodi rispetto ai protagonisti maschili che si incontrano in questo blog (belli - ricchi - disuccesso - razionali - decisi - etc.). E' un po' "sfigato", incasinato, pasticcione, indeciso, codardo con impennate di orgoglio che gli fanno tirar fuori un improvviso coraggio. Ma è anche capace di buttare lì, con l'aria di chi spara fesserie, delle riflessioni che ci piacerebbe tanto aver fatto noi. "Ecco come sono fatto, io. Un vero jazzista della complicazione. Datemi una situazione già compromessa e vedete che assoli vi faccio. Il bello è che m'industrio anche, per complicarmi la vita, nel tentativo quasi fallimentare di facilitarmela...". Questo è Vincenzo Malinconico.
E sul versante sentimentale? (per la serie un motivo per il quale una persona, ammesso che ne esista almeno una, che legge questo blog perchè le interessa il tema e non perchè amica tua, debba leggere il libro!) Ci troviamo davanti ad una specie di imbranato? Affatto.
Anzi, Vincenzo Malinconico è pieno di sex appeal. Ed è caratteristica non da poco, visto che perfino i nostri "eroi" spesso ne difettano un po'. Mr. Darcy a parte che chiaramente ne ha un sacco, perchè non può avere difetti, anche se più che tra le pagine del libro se ne dovrebbero cercare le tracce nell'immaginario di ciascuna di noi. Ed è veramente curioso il fatto che se faccio una classifica dei protagonisti maschili di libri della chick lit o comunque con storie d'amore, in base al loro sex appeal, ai primi posti mi ritrovo Rob di Alta Fedeltà. Anche lui incasinato, pasticcione, indeciso e certo non di successo. Dovrei preoccuparmi? mah. Comunque torniamo al nostro libro. Che oltre ad avere un protagonista irresistibile è scritto con uno stile irresistibile e con un linguaggio irresistibile. E se state ancora leggendo il post e non siete già corsi in libreria o a telefonare al vostro "pusher", davvero non so cos'altro dirvi, la verità.

Non avevo capito niente
Diego De Silva
Einaudi, 2007

lunedì 7 gennaio 2008

Un'ottima annata

Finalmente una commedia romantica che merita veramente di essere vista, e si che non ce la saremmo certo aspettata proprio da Ridley Scott! In questo film ci sono tutti, ma proprio tutti gli ingredienti che noi amanti del genere pretendiamo e pergiunta amalgamati alla perfezione. Lui (Max - Russel Crowe) affascinante e cinico uomo d'affari londinese, torna in Provenza per esaminare la proprietà lasciatagli in eredità dal vecchio zio Henry e li ritrova i ricordi e le atmosfere della sua infanzia. Il proposito di vendere tutto e di tornare alla propria vita di sempre, all'inizio saldissimo, comincia pian piano a vacillare fino al crollo definitivo dopo l'incontro con Lei (Fanny - Marion Cotillard) che aiuterà Lui a recuperare la parte emozionale e fanciullesca di se, messa in standby dalle spietate regole del mondo della finanza. Dateci un cuore ricoperto di ghiaccio e fatelo sbrinare davanti ai nostri occhi dal calore di una dolce fanciulla e davvero non chiediamo di meglio. Magari solo un bicchiere di buon vino da gustare durante il film. Perchè dopo tutti i profumi e i sapori che vengono evocati perfino a me vederlo sorseggiando Coca Cola sembra un po' blasfemo.