Il titolo originale, Pomegranade Soup, Zuppa di Melagrana, il frutto della speranza per i persiani, è denso di significati che nella "traduzione" vanno persi, ma delle discutibili scelte editoriali di certi editori italiani e della loro tendenza all'appiattimento dei titoli credo di aver parlato altrove. Io però quel titolo l'avrei mantenuto per diversi motivi. Perchè sa di buono come molte delle ricette e delle persone descritte nel libro. Perchè è un libro che ti fa credere che ci sia la possibilità di un nuovo inizio anche per chi ha vissuto delle esperienze terribili. Perchè da una di quelle esperienze terribili le protagoniste riescono a salvarsi proprio grazie alla zuppa di melagrana, non più solo simbolo di speranza ma arma per conquistarla: è infatti rovesciando la zuppa addosso al cognato Hossein che Marjan riesce a salvare la sorella Bahar dalla ferocia del marito. Ed è infine la zuppa di melagrana che bolle sui fornelli quando Thomas McGuire, deciso ad impedire alle sorelle Aminpour di conquistare la loro meritata serenità, entra nel Caffè Babilonia armato di cattive intenzioni, che per fortuna gli si rivolteranno contro assicurando alle protagoniste il loro meritato lieto fine. Le protagoniste sono tre sorelle persiane che si trasferiscono in un paesino dell'Irlanda occidentale dove aprono un caffè etnico, il Caffè Babilonia, e si trovano ad affrontare quei conflitti razziali e culturali che purtroppo oggi conosciamo bene e che nel libro vengono trattati con humor e delicatezza.
E a conferma del fatto che si tratta di un libro veramente pemberlyano e non di un ennesimo off topic, c'è la tenerissima storia d'amore tra la minore delle sorelle Amimpour e il figlio del boss del villaggio, che, nonostante la giovanissima età, totalizza un punteggio molto alto nella scala darcyana di valutazione.
Sullo sfondo l'atmosfera di un piccolo villaggio irlandese contaminata dai sapori e dai colori della Persia che le tre sorelle protagoniste portano con loro. E sullo sfondo più lontano si intravvede la drammatica situazione dell'Iran all'epoca del regime khomeinista: sono immagini rapide, ma assolutamente efficaci e crude che risaltano ancora di più per essere incastonate in una storia che per il resto ha toni teneri e lievi. Come la speranza.
E a conferma del fatto che si tratta di un libro veramente pemberlyano e non di un ennesimo off topic, c'è la tenerissima storia d'amore tra la minore delle sorelle Amimpour e il figlio del boss del villaggio, che, nonostante la giovanissima età, totalizza un punteggio molto alto nella scala darcyana di valutazione.
Sullo sfondo l'atmosfera di un piccolo villaggio irlandese contaminata dai sapori e dai colori della Persia che le tre sorelle protagoniste portano con loro. E sullo sfondo più lontano si intravvede la drammatica situazione dell'Iran all'epoca del regime khomeinista: sono immagini rapide, ma assolutamente efficaci e crude che risaltano ancora di più per essere incastonate in una storia che per il resto ha toni teneri e lievi. Come la speranza.
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