Buon anno all'insegna dei sogni realizzati a tutti quanti.
Non è l'ennesimo blog su Jane Austen... almeno non solo. E' uno spazio in cui si parla di libri, sopratutto di libri d'amore. Regency romance, ma anche chick lit e mummy lit per usare le più recenti definizioni sul genere. Caratteristiche fondamentali: happy end e sottile ironia. Capito il genere? Piace anche a voi? E allora, forza, alzi la mano chi di voi non ha, almeno per una volta sognato Pemberley. (Vai al primo post...)
mercoledì 30 dicembre 2009
Buon Anno!
Buon anno all'insegna dei sogni realizzati a tutti quanti.
domenica 13 dicembre 2009
Baffi di cacao
E la riconciliazione è stata così profonda che se solo le vicende narrate fossero state un po' meno dolorose avrei potuto iniziare questo post con le parole "Ecco il libro che avrei voluto scrivere io". Una storia che è si radicata nell'ambiente nella quale si dipana, ma nella quale la caratterizzazione di ambienti e personaggi non è mai eccessiva e le concessioni al facile folklore sono del tutto assenti, cosa che non può dirsi di altri autori sardi contemporanei. C'è poi lo stile. Ridondante e ricercato, ma mai eccessivo, ora ironico e leggero, ora più intenso e commovente, soprattutto quando l'autrice apre la narrazione a "sviluppi impensati con veri e propri colpi d’ala sospesi tra il surreale e il fantastico, capaci in qualche caso di sfiorare il lirismo". E infine, sebbene il libro possa certo essere definito un off topic in un blog sull'happy ending, ti strappa più di una lacrima ma non ti lascia l'architrave di un nuraghe sul cuore. E per ora questo può bastare. Certo, se la signora Dettori volesse magari il prossimo libro...
sabato 19 settembre 2009
La soavissima discordia dell'amore
martedì 8 settembre 2009
Caffè Babilonia
E a conferma del fatto che si tratta di un libro veramente pemberlyano e non di un ennesimo off topic, c'è la tenerissima storia d'amore tra la minore delle sorelle Amimpour e il figlio del boss del villaggio, che, nonostante la giovanissima età, totalizza un punteggio molto alto nella scala darcyana di valutazione.
Sullo sfondo l'atmosfera di un piccolo villaggio irlandese contaminata dai sapori e dai colori della Persia che le tre sorelle protagoniste portano con loro. E sullo sfondo più lontano si intravvede la drammatica situazione dell'Iran all'epoca del regime khomeinista: sono immagini rapide, ma assolutamente efficaci e crude che risaltano ancora di più per essere incastonate in una storia che per il resto ha toni teneri e lievi. Come la speranza.
giovedì 20 agosto 2009
Prossimamente (speriamo presto?) ...
P.S.
Gli ultimi due libri letti, a parte Montalbano sono stati Lezioni di volo per sonnambuli di Sion Scott-Wilson e Ogni cosa è illuminata di Jonathan Safran Foer: interessanti (almeno il secondo), ma decisamente off topic. Nessuna recensione dunque.
martedì 4 agosto 2009
La danza del Gabbiano
Ovviamente, dal momento in cui ho avuto la notizia, ho fatto di tutto per recuperare il tempo perso, accattandomi il libro (anzi no, non ce n'è stato bisogno di comprarlo perché la mattina stessa è arrivato in biblioteca!) e leggendolo quasi d'un fiato, nonostante la grande stanchezza e il pochissimo tempo a disposizione.
A questo punto dovrebbe seguire la recensione, ma come ben sanno i pochi affezionati lettori del mio blog, Montalbano non si recensisce, si legge e si ama, punto.
Nessuna recensione dunque, ma solo qualche nota al volo. La prima riguarda la discussione fra Montalbano e Augello (il procreatore pentito) sull'omosessualità... credo possa valere più di molti manifesti contro l'omofobia. E che dire del Montalbano televisivo che fa capolino tra le pagine del libro? Geniale. E Livia? Il commissario si dimentica di lei ancora una volta... e almeno questa volta ha una buona scusa... il fatto è che ce la dimentichiamo quasi pure noi! E magari questa volta saremmo riusciti a liberarci definitivamente di lei, se non fosse stato per l'intempestivo intervento di Catarella. Che ne dice, maestro, vogliamo darla una sistematina alla vita sentimentale del commissario? Si potrebbe per esempio far ricomparire Anna (La voce del violino, Tocco d'artista) che, mi pare di ricordare, a Salvo gli faceva sangue assai. Si potrebbe mandare Livia a fare il giro del mondo in barca col cugino e farla innamorare follemente di un albergatore panamense ... Scherzo, ovviamente, ma solo un pochino.
martedì 19 maggio 2009
Esco presto la mattina
venerdì 10 aprile 2009
Amore in minuscolo
Un piccolo gesto di amore in minuscolo come dare un piattino di latte a un gatto randagio avrà per Samuel una serie di conseguenze che lo porteranno a stringere insolite amicizie e a ritrovare la magia di una bacio a farfalla. E se a questo punto non avete voglia di sapere cos'è un bacio a farfalla forse state ancora una volta sbagliando blog.
giovedì 2 aprile 2009
L'eleganza del riccio
martedì 17 marzo 2009
Wrong but Wromantic
A prescindere dall'origine dell'espressione wbw è sicuramente una definizione che si addice perfettamente non solo a Emma, ma molte delle "nostre" eroine. Pensate per esempio alle deliziose protagoniste dei libri della Bertola, o anche a Bridget Jones o Becky Bloomwood di I love shopping (anche se a dire il vero per queste ultime l'ago della bilancia pende un po' di più sul wrong che sul wromantic). Ma soprattutto pensiamo alle eroine di Georgette Heyer, l'adorabile duchessa di Avon sopra tutte. Ecco quello che dice a quest'ultima il cognato Rupert (che manco a dirlo stravede per lei) alla fine de La pedina scambiata.
"(...) Dovrete emendarvi fuoco d'artificio (...) Dignità, questo dovrete avere! Vi lascerete crescere i capelli e mi parlerete con garbo. Sarebbe bella che avessi una cognata che va dicendo a tutti i miei amici che sono un imbecille! Cortesia, signora, e un po' dell'alterigia di vostro marito! Questo dovrete avere , non è così, Fan?"
"Ah, bah!" disse la duchessa di Avon.
Passando al cinema la prima che mi viene in mente è Kate (Meg Ryan) in French Kiss, mentre la tv, solitamente avara di cose che siano veramente godibili, ci ha regalato recentemente la spassosissima e very very wbw Monica di Tutti pazzi per amore.
E infine torniamo da dove siamo partiti, ossia il quiz: che in questo caso ci abbia preso almeno in parte? Non credo di essere molto simile ad Emma, ma di sicuro diverse persone a me vicine sarebbero pronte a conferirmi l'attestato di wrong but wromantic. Naturalmente, nel mio caso, eviteremo accuratamente di specificare da quale parte pende l'ago della bilancia.
martedì 10 febbraio 2009
Colazione da Starbucks
Tami, la protagonista riceve in regalo dal padre il giorno del suo ventisettesimo compleanno un un biglietto per l'America e i viaggio da Teheran a Tucson è per lei un viaggio verso la libertà. Libertà che avrà però durata breve come i tre mesi del suo visto, se nel frattempo non otterrà l'agognata green card grazie al matrimonio con un cittadino americano. Da una parte assistiamo dunque ai tentativi di combinare un matrimonio con un buon partito persiano, grazie soprattutto all'"aiuto" della sorella Maryha che le propone a dire il vero un candidato piuttosto particolare che non suscita per niente l'approvazione del marito Ardishir (bel personaggio che ci impedisce di cedere allo stereotipo dell'iraniano prevaricatore), o alle trovate originali dell'amica Eva. Dall'altra scopriamo insieme a Tami un mondo di piccole libertà da scoprire ogni giorno, come partecipare a un pigiama party con le amiche del corso di inglese o indossare della biancheria di Victoria's Secret. O bere un the freddo al mango da Starbucks. Magari offerto da un bel barista di nome Ike.
Combinare un matrimoni si rivela però piuttosto complicato e sembra proprio che il rientro in patria sia inevitabile quando ecco che giunge a salvare la nostra eroina un bel principe azzurro... I principi azzurri, lo sappiamo bene, a volte impugnano una spada, a volte un ombrello, ma può anche capitare che "impugnino" uno shaker.
Il lieto fine è dunque assicurato, almeno per Tami. Per l'Iran, per le donne iraniane, sembra ci sia ancora molta strada da fare.
martedì 20 gennaio 2009
Our Local Hero
Cerchiamo di vedere la cosa da un punto di vista strettamente “pemberliano”. Forse il “cattivo carattere”, l’eccessivo orgoglio, la rigidità e la ruvidezza di Mr. Darcy ci hanno impedito di amarlo alla follia? Forse il suo “decisionismo” ci ha dato fastidio, quando per esempio si fa carico della situazione in seguito alla fuga di Lidia con Wickham? O ce lo ha reso ancora più caro? O forse non abbiamo amato la severa compostezza (rigidezza?) e il comportamento autoritario del duca di Avon (La pedina scambiata, Georgette Heyer)? O i modi gelidi e a tratti “dispotici” (almeno agli occhi dei suoi pupilli) e il forte sarcasmo del conte di Worth (Il Dandy della reggenza, Georgette Heyer)? Perché insomma, diciamocelo chiaramente care pemberlyane, cosa c’è di meglio nei momenti di difficoltà di qualcuno che assuma il controllo della situazione e decida per noi cosa sia giusto o meglio fare? Certo la parola chiave è “giusto”, ma una volta che riconosciamo ai nostri eroi il senso di giustizia, e ovviamente glielo riconosciamo, altrimenti non sarebbero i nostri eroi, il resto va da se. E allora se riconosco a Renato Soru il senso di giustizia, e glielo riconosco, la volontà di agire per il mio bene, e gli riconosco pure quella, come gli riconosco quanto gli è cara la sua e mia Sardegna, perché quelle stesse caratteristiche che amo negli eroi dei “miei” romanzi, dovrebbero diventare in lui caratteristiche negative? Perché se per una volta un “eroe” esce dalle pagine non dovrei accoglierlo a braccia aperte? Dovrei forse preferirgli un Mr. Collins qualunque, senza nemmeno la sua pur involontaria ironia? No, grazie, meglio Mr. Darcy. Meglio Soru.
giovedì 1 gennaio 2009
Buon anno!
a chi ancora lo sta aspettando,
a chi si è stancato di aspettare con la mente ma non col cuore,
a chi si è stancato anche col cuore,
a chi rischia di lasciarselo sfuggire,
a chi ne vive tanti quotidianamente, ma non sempre se ne accorge.
Perchè in fondo un lieto fine è un fermo immagine. Dipende solo dal momento in cui decidi di fermare la storia.