Non è l'ennesimo blog su Jane Austen... almeno non solo. E' uno spazio in cui si parla di libri, sopratutto di libri d'amore. Regency romance, ma anche chick lit e mummy lit per usare le più recenti definizioni sul genere. Caratteristiche fondamentali: happy end e sottile ironia. Capito il genere? Piace anche a voi? E allora, forza, alzi la mano chi di voi non ha, almeno per una volta sognato Pemberley. (Vai al primo post...)

martedì 25 marzo 2008

A prova di Baby


Con un biglietto da visita come il delizioso Piccole confusioni di letto (il primo libro recensito in questo blog), Emily Giffin partiva decisamente avvantaggiata. Ma avrebbe potuto comunque deludermi e invece non l'ha fatto. A prova di Baby (PIEMME, 2008) è un altro piccolo capolavoro di Chick Lit, leggero e ironico nei toni, ma a tratti anche molto profondo. Ritroviamo gli stessi personaggi affascinanti simpatici e di successo che abbiamo già visto in Piccole confusioni di letto, le stesse ambientazioni, le stesse atmosfere e altrettanto complicate storie d'amore. In particolare "La" storia d'amore tra i protagonisti Claudia e Ben sembrerebbe non essere complicata affatto, ma anzi rappresentare un'unione assolutamente felice consolidata da interessi comuni e da un'identica visione della vita: la carriera prima di tutto e certo, anche l'amore, ma rigorosamente a due posti; niente "famiglia" che non sia quella d'origine (che già da i suoi bei grattacapi) e quindi niente figli. Tutto bene dunque fino a quando uno dei due non cambia idea. E allora via con separazioni, gelosie, ripensamenti, incomprensioni prima dell'immancabile lieto fine da classico del genere in cui entrambi credono che lui/lei stia per sposare l'altra/altro e quando finalmente uno dei due lo dice, l'altro casca dalle nuvole e mentre contrattacca entrambi cominciano a capire che forse sono stati dei grandi idioti... (avanti, quante volte abbiamo incontrato questo finale, e quante volte ancora vorremmo incontrarlo?) e intorno anche parenti ed amici scivolano verso il loro personale lieto fine, a volte non così "perfetto", ma con qualche compromesso. "Io voglio la favola" diceva Vivienne/Julia Roberts in Pretty Woman. E chi non la vorrebbe? Ma a volte anche noi sognatrici Pemberlyane apprezziamo le "soluzioni" (e perchè no, anche i compromessi) che può offrirti la vita anche senza principi su destrieri e madrine con bacchette magiche.

2 commenti:

Anonimo ha detto...

Mi è piaciuto moltissimo. Sbaglio o alla fine possiamo leggere (tra le righe) un concepimento in corso? Forse ho voluto leggerlo io.. perchè, beh, ci stava bene.

Anna

Sandra ha detto...

Ciao Anna,
e' passato un po' di tempo da quando ho letto il libro, ma mi sembra di aver avuto la stessa idea.
Grazie per essere passata nel mio bloggino!
Sandra