Non è l'ennesimo blog su Jane Austen... almeno non solo. E' uno spazio in cui si parla di libri, sopratutto di libri d'amore. Regency romance, ma anche chick lit e mummy lit per usare le più recenti definizioni sul genere. Caratteristiche fondamentali: happy end e sottile ironia. Capito il genere? Piace anche a voi? E allora, forza, alzi la mano chi di voi non ha, almeno per una volta sognato Pemberley. (Vai al primo post...)

giovedì 27 novembre 2008

L'età del dubbio


I pochi affezionati lettori di questo blog sapevano certo che il tempo per l'ultimo Montalbano l'avrei trovato per forza, a costo di finirlo tutto con Giaime attaccato al seno. E come vedete non vi ho delusi. Come già detto per Il campo del vasaio, la curiosa forma di miopia affettiva di cui soffro mi impedisce di scrivere una recensione obbiettiva de libro, per cui non lo recensirò ma mi limiterò ad alcune considerazioni. La prima d'obbligo è quella più seria e riguarda l'oggetto dell'indagine che impegna il nostro commissario, ossia il traffico di diamanti "insanguinati" provenienti cioè da zone di conflitto e i cui proventi servono all'acquisto delle armi e dell'equipaggiamento militare che alimentano queste guerre, combattute spesso da bambini soldato. Ancora una volta dunque il signor Camilleri da prova di grande sensibilità verso il problema del rispetto della dignità umana, usando la sua arte non solo per dilettare i suoi lettori, ma anche per renderli consapevoli di gravi problemi come quello dei diamanti di provenienza illecita e dei passi che si possono fare verso una possibile soluzione, come in questo caso il Kimberly Process. Passando invece a considerazioni più leggere, avrei qualche rimprovero da muovere al "papà" del commissario. La prima è che fa cadere in tentazione Montalbano un po' troppo spesso. E questa volta per levarlo dagli impicci fa addirittura morire l'oggetto della tentazione. Ma non esistevano altre soluzioni? Per esempio mandare definitivamente a quel paese Livia? Anche perchè mi pare tenda a descriverla sempre più "camurriosa", tanto da farci temere una sua telefonata ancora più di quanto la tema il commissario. E d'altra parte non so più da quando non fa avere a Montalbano un pensiero di tenerezza nei confronti della sua zita. E che dire dell'assoluta mancanza di scrupoli con la quale Salvo, ai fini dell'indagine, sia chiaro, spedisce il suo vice nonchè carissimo amico dritto dritto nel letto di un'attraente signora? E Beba??? E Salvuccio????? E no, Maestro, ce lo deve proprio promettere: nel prossimo romanzo vogliamo un commissario meno propenso a mandare la coscienza in standby e vogliamo per lui finalmente un happy ending come piace a noi. Se questo debba o meno comprendere Livia, lo lasciamo decidere a lei, a noi a questo punto sembra però piuttosto improbabile.

mercoledì 5 novembre 2008

I have a dream


And so even though we face the difficulties of today and tomorrow, I still have a dream. It is a dream deeply rooted in the American dream.

I have a dream that one day this nation will rise up and live out the true meaning of its creed: "We hold these truths to be self-evident, that all men are created equal."

I have a dream that one day on the red hills of Georgia, the sons of former slaves and the sons of former slave owners will be able to sit down together at the table of brotherhood.

I have a dream that one day even the state of Mississippi, a state sweltering with the heat of injustice, sweltering with the heat of oppression, will be transformed into an oasis of freedom and justice.

I have a dream that my four little children will one day live in a nation where they will not be judged by the color of their skin but by the content of their character.

I have a dream today!

I have a dream that one day, down in Alabama, with its vicious racists, with its governor having his lips dripping with the words of "interposition" and "nullification" -- one day right there in Alabama little black boys and black girls will be able to join hands with little white boys and white girls as sisters and brothers.

I have a dream today!

I have a dream that one day every valley shall be exalted, and every hill and mountain shall be made low, the rough places will be made plain, and the crooked places will be made straight; "and the glory of the Lord shall be revealed and all flesh shall see it together."

…….

Martin Luther King, 28 agosto 1963 davanti al Lincoln Memorial di Washington

lunedì 20 ottobre 2008

A spasso con Jennifer


Credo sia la prima volta in assoluto che mi capita di abbandonare un libro dopo oltre la metà delle pagine, circa (334 in tutto). Ma proprio non era possibile andare avanti. E si che ci ho provato perché la fine sembra veramente carina (e già, come al solito ho sbirciato). Va bene che un po' me la sono andata a cercare, perseverando con la mummy lit... come se non mi bastasse la mia mummy life. Ma pensavo di trovare qualcosa di più di pappe, pannolini, scarpe da allacciare e carriere da rimpiangere. "Un gruppo di amiche folli e indispensabili" come recita, per esempio, la citazione da Donna Moderna sulla quarta di copertina, delle quali fino a circa metà del libro non c'è traccia o quasi. Una figura maschile un po' più ... un po' "più". Punto. Anche se a dire il vero Thom, il marito, è bello, interessante, di successo, ma super impegnato e quindi praticamente assente per la maggior parte del tempo da casa e dalle pagine del libro. In compenso c'è un ex fidanzato che ritorna, ma se volete sapere cosa succede a questo punto dovete leggere il libro, perché io non ho assolutamente intenzione di finirlo. Per il momento, quando metto a letto le mie piccole pesti se ho abbastanza forze da aprire un libro voglio glamour e romanticismo e se ci devono essere delle mamme, a sentirsi felici e soddisfatte devono impiegarci molto meno della metà delle pagine.



domenica 7 settembre 2008

Firenze, leur amour...


Ok, il tempo per leggere ultimamente è poco, l'ho scritto e riscritto, ma l'ultimo numero de Il Libraio appena arrivato con la posta lo sfoglio lo stesso e intanto prendo appunti. Ci sono diversi libri interessanti che spero di poter leggere e magari recensire nel blog, ma di uno in particolare ve ne parlo già oggi. Si tratta di Nonsolomamma di Claudia De Lillo... e daie... questa ormai è proprio fissata con la Mummy Lit e ci lascia a secco di storie romantiche, direte voi. Ma non è proprio così. A parte che il libro non l'ho letto, dunque non lo posso recensire, sono però andata a vedere l'omonimo blog dell'autrice, dal quale il libro trae origine, http://nonsolomamma.splinder.com. Si tratta, come si legge in copertina del libro, del "Diario di una mamma elastica con due hobbit, un marito part-time e un lavoro a tempo pieno". Diario di una mamma... ok, un diario molto ironico... scritto con uno stile gradevolissimo, ma pur sempre il diario di una mamma, "Mummy Blog", insomma e di conseguenza Mummy Lit il libro. Ma se volete una bella storia romantica con immancabile lieto fine andate a leggervi il post di oggi Firenze, mon amour e ditemi se non è proprio una storia di quelle che piacciono a noi. E chissà, magari andando a scavare tra gli altri post troviamo anche qualche altro capitolo. Sempre che Claudia non abbia voglia di raccontarci in un libro anche la sua bella storia d'amore.

giovedì 4 settembre 2008

Per questa volta vi perdono...


... E ve lo dico io da dove viene la citazione che "avreste dovuto" riconoscere. Anche perché non mi dispiace affatto riportare nel mio bloggino un passo così bello. E poi, lo ammetto, per riconoscere la citazione da un passo così breve e per giunta spezzato, avreste dovuto essere davvero troppo bravi.
All'inizio de Il Piccolo Principe Antoine de Saint-Exupery dedica il suo libro al suo amico Leone Werth.
Ecco la dedica:
"A Leone Werth
Domando perdono ai bambini di aver dedicato questo libro a una persona grande. Ho una scusa seria: questa persona grande è il miglior amico che abbia al mondo. Ho una seconda scusa: questa persona grande può capire tutto, anche i libri per bambini; e ne ho una terza: questa persona grande abita in Francia, ha fame, ha freddo e ha molto bisogno di essere consolata. E se tutte queste scuse non bastano, dedicherò questo libro al bambino che questa grande persona è stato. Tutti i grandi son stati bambini una volta. (Ma pochi di essi se ne ricordano). Perciò correggo la mia dedica: A Leone Werth quando era un bambino"

martedì 2 settembre 2008

Mummy lit... o mummy life

"La seconda che hai detto" direbbe Quelo, il mitico santone di Corrado Guzzanti. C'è stato davvero poco tempo per i libri in quest'estate, ma (continuiamo con le citazioni, però di questa mi rifiuto di citare la fonte: dovete conoscerla!) "ho una scusa seria", la nascita di mio figlio Giaime... e "ho una seconda scusa" ... che in realtà se volessimo mantenere un ordine rigorosamente cronologico sarebbe la prima ... Ossia il fatto che tre anni e mezzo prima di Giaime era già arrivato Niccolò. Ebbene si, siamo in quattro. E se ci ripenso mi rendo conto che davvero per decidere di dare un fratellino a Niccolò abbiamo buttato il cuore oltre l'ostacolo, anche se a vedere quest'altra piccola meraviglia che ci è toccata, batte forte quasi a confermarci che l'abbiamo raggiunto. Ma ciò non toglie che la vita quotidiana sia davvero molto complicata e ce ne stiamo rendendo conto soprattutto ora, di rientro dalle "vacanze" trascorse al borgo natio con nonna, zie e cugine a dare una mano (e che mano...) e col babbo che rientra al lavoro. Ogni tanto prendo in mano un libro, ma non vado oltre le prime pagine... E allora, visto che non ho il tempo di leggerlo ne la forza di scriverlo, in questo periodo il mio libro lo sto vivendo. Ed è un perfetto esemplare di mummy lit.

P.S.
Giaime Lobina è nato a Cagliari, all'Ospedale San Giovanni di Dio, il 22 luglio alle ore 16.35. Ha pesato 3.360 kg ed era lungo 51 cm.

domenica 8 giugno 2008

Persuasione su Sky Fox Live


Alla fine di una giornata durissima, appena messo a letto il mio piccolo tiranno, cosa avrebbe potuto capitarmi di meglio che premere per caso il canale 111, dare un'occhiata ai costumi in perfetto stile regency del film in programma e scoprire che si tratta nientepocodimenochè di Persuasione, tratto dall'omonimo romanzo della nostra Jane. Mi preparo a gustarmelo... sicuramente è una versione per la TV... non la conosco, ma i costumi sono davvero belli e accurati e anche le ambientazioni sono davvero niente male. E' bastato però un primo piano di Anne Elliot, la protagonista a farmi sorgere il dubbio che costumi e locations sarebbero state le uniche cose che avrei apprezzato nel film. Ora, Persuasione appartiene ai libri dellla Austen che ho letto ma non riletto (a parte le ultime pagine, da quando il capitano scrive la lettera in poi), per cui non ricordo benissimo il libro, ma certo non mi pare che i protagonisti venissero descritti entrambi come persone di particolare bellezza. Ma lei nel film è davvero brutta! Anzi, più che brutta assolutamente insignificante! Il capitano Wentworth al confronto è fin troppo "belloccio", col suo profilo regolare, capelli chiari spettinati ad arte ed occhi azzurri. Anne invece di profilo è anche peggio. Per tutta la durata del film ho pensato che quel profilo mi ricordava qualcuno e verso la fine sono rimasta folgorata: è il profilo di Roberto Benigni! Che per altro non ho mai trovato sgradevole. In Benigni appunto, non in miss Anne Elliot. E chi conosce questo genere di film sa perfettamente quanto sia importante il profilo visto che nelle scene più importanti, quelle nelle quali si giurano amore eterno, i protagonisti sono ripresi appunto di profilo. E che dire dei dialoghi. Se quelli tra gli altri personaggi conservano una certa vivacità, in quelli tra Anne e Frederick la lentezza e le pause sono esasperate ed esasperanti. So perfettamente che il libro è diverso, i personaggi sono diversi e dunque non possiamo aspettarci la vivacità dei dialoghi fra Elisabeth e Mr Darcy, ma almeno un minimo di vitalità! Sono andata di proposito a rivedermi le parti finali del libro per vedere se l'autrice in qualche punto abbia voluto suggerirci una tale incapacità di spiccicare parola (ovviamente quando sopraffatti dall'emozione) nei protagonisti, ma non ho trovato nulla che me lo facesse pensare. Ma la delusione più grande è stato il finale. Ricordiamo un po' la scena della lettera come viene descritta nel libro, una scena bellissima che nessuna visitatrice non casuale di questo blog non può non adorare (è stata ripresa anche nel diario di Bridget Jones). Il capitano seduto allo scrittoio è apparentemente intento a scrivere una lettera, in realtà ascolta la conversazione tra Anne e il capitano Harville, su quale dei due sessi sia capace di maggiore costanza in amore... Incapace di trattenersi Frederick smette di scrivere al capitano Benwick e decide di scrivere ad Anne (che pure è li davanti ai suoi occhi!) una lettera che inizia così "Non posso ascoltare più a lungo in silenzio. Devo parlarvi servendomi dei mezzi che ho sottomano. Le vostre parole mi penetrano nel profondo dell'animo. Mi dibatto tra l'angoscia e la speranza...". Poi indirizza la lettera a miss Elliot, la mette sotto l'altra, si alza saluta ed esce. Qualche secondo dopo, rientra nella stanza fingendo di dover recuperare i guanti e senza farsi notare sfila la lettera da sotto gli altri fogli e la consegna ad Anne.
Quante volte ho immaginato questa scena, che in una ideale classifica delle scene più romantiche è sicuramente ai primi posti.
E sapete che fine fa nel nostro film? Scompare! Non vediamo il capitano che scrive la lettera, vediamo solo lei che la riceve (non dalle mani di lui!) e la legge per strada. Senza parole. Passi tutto il resto, ma questo... Vado a rileggermi l'ultimo capitolo del libro per dimenticare l'affronto.

mercoledì 28 maggio 2008

Coming Soon

Lilypie Expecting a baby Ticker

Volevo solo dirvi che sono ancora qui e che la prossima recensione arriverà (spero) presto. Per questo ho scelto questo titolo. Ma già mentre lo scrivevo il pensiero del libro che sto leggendo (Chi lo sa? di Margarida Rebelo Pinto) e sfumato nella mia mente e al suo posto si è impresso in tutta la sua grandiosità il pensiero di un altro "presto in arrivo": il nostro piccolo Giaime.
E si, perché il tempo passa, la pancia cresce ... e siamo arrivati alla 32a settimana. Giaime dovrebbe arrivare intorno al 22 luglio e noi, ma soprattutto Niccolò non vediamo l'ora.
Oggi abbiamo fatto l'ecografia e abbiamo scoperto che va tutto bene e che il signorino è piuttosto grandicello per la sua "età". Ecco perché tutti mi dicono che sono in gran forma: "ciuccia" tutto lui :-). E intanto il cosiddetto "corredino" per il nascituro mi offre un valido motivo per dedicarmi a una delle mie attività preferite, lo shopping, anche se in verità i ritardi cronici negli stipendi mi impediscono di fare sfaceli alla Becky Bloomwod. A proposito, ci credereste mai? dopo aver divorato o quasi tutti i precedenti libri della saga, ho mollato dopo solo 10 pagine I love shopping con il baby. Proprio non ci sono riuscita. Ok "non poter fare assolutamente a meno" di quel vestitino anche se non hai la più pallida idea se nascerà una femminuccia o un maschietto, ma quando ha deciso di mollare il suo ginecologo perché vuole a tutti i costi la supertrendy ginecologa delle dive, Becky ha definitivamente oltrepassato per me il confine vicino al quale era andata più volte in passato. Mi è diventata insomma decisamente antipatica. E poco importa che alla fine del libro possa essersi riscattata. Io passo direttamente a Ti ricordi di me, l'ultimo dell'autrice. Ok... sono riuscita comunque a chiudere il post parlando di libri, dimostrando quanto sia falsa la convinzione che le mamme gira che ti rigira finiscono per parlare sempre dello stesso argomento. Però, guardate che carino il ticker in alto...

giovedì 8 maggio 2008

In sospeso


A volte mi capita di utilizzare titoli, incipit o capoversi di pagine prese a caso come il gioco della magica palla 8, per fare delle domande ed avere delle risposte, delle profezie. Per questo libro non l’ho fatto, ma di sicuro il titolo è stato profetico. Ho iniziato a leggerlo lo scorso autunno appena arrivato in biblioteca convinta che mi sarebbe piaciuto, ma l’ho messo da parte quasi subito perché una triste vicenda narrata nel libro mi ricordava troppo una triste vicenda che stavo vivendo in quel momento. L’ho tenuto “in sospeso” appunto. Fino allo scorso febbraio quando l’ho incontrato per caso in un altro libro, A sud ovest di Ferrara (vedi recensione) e mi è venuta voglia di riprenderlo in mano. L’intuizione iniziale si è rivelata assolutamente giusta. Lo stile e il linguaggio sono proprio quelli che “ci” piacciono, i toni attraversano tutta la gamma che va dalla delicata ironia fino al sarcasmo. Ironia che a momenti si vela di malinconia e cerca di strappare sorrisi con gli occhi umidi, quando i temi affrontati sono seri come la perdita e il rimpianto, ma diventa sarcasmo e sfocia in esilaranti battute specie nei confronti di certi personaggi. Marcus, per esempio, il padrone di casa innamorato di se stesso, uno degli uomini sbagliati per i quali la protagonista Helen sembra avere una predisposizione naturale. Ma c’è anche l’uomo giusto in questa storia e “dopo varie peripezie” (possono mancare nei nostri libri?) ... Il finale è romanticissimo e imperdibile, per cui che ci fate ancora al computer?

mercoledì 16 aprile 2008

Devo comprare un mastino


Se tra i (pochi) lettori di questo blog vi fosse qualcuno che stesse cercando di sistemare un esemplare del cane in oggetto, sia chiaro che comprare un mastino non è un mio proposito, ma semplicemente il titolo di un libro. D'altra parte non saprei davvero cosa fare nemmeno con uno di quei cagnetti che sembrano un incrocio tra cane e topo, figurarsi con un cagnone grosso (anche se è divertente immaginare come reagirebbe il mio cinofobo marito a una proposta di questo tipo). Chi invece sembrerebbe ben decisa ad averne uno è Francesca, la protagonista del libro, già incontrata in Amori a progetto che è appunto il seguito (chiedo scusa, anche a me se c'è un seguito piace leggere i libri nel guisto ordine cronologico, ma quando l'ho letto non sapevo che c'era un precedente) di questo libro. In Amori a progetto Francesca si preparava all'imminente matrimonio mentre in Devo comprare un mastino assistiamo alla nascita della sua storia d'amore con Giovanni. Storia d'amore abbastanza rocambolesca, ma d'altra parte non poteva essere altrimenti con una protagonista come Francesca. Per non parlare poi delle vicende in cui le sue strampalate ma inseparabili amiche ci mettono il carico coinvolgendola in affari improbabili come quello di improvvisarsi tour operator per scorrazzare per la città un pullman di turisti giapponesi facendogli cantare oscene canzoni in dialetto ligure. Lo stile e il linguaggio di Tiziana Merani sono al solito leggeri e ironici, ma nel complesso il libro è ancora più carino e divertente e il protagonista maschile rispetto all'altro libro totalizza un punteggio più alto nella scala Darcyana di valutazione (forse perchè essendo in fase di conquista deve sfoderare maggiore sex appeal). E il mastino? Beh, se davvero volete saperlo dovete leggere il libro, come ho già lascitao intuire, gli aspetti canini non rientrano nelle mie competenze.

martedì 8 aprile 2008

Off topic (?) Il campo del vasaio


Anche se poi non è che si tratti proprio di un off topic visto che in questo blog il commissario Montalbano è comparso già dai primi post e ne ha avuto anche uno tutto suo. Ebbene si, è uno dei miei punti deboli, non resisto proprio: al momento dell'uscita di ogni nuovo Camilleri/Montalbano mando in standby qualunque cosa (o quasi) stia leggendo in quel momento e per due giorni mi dedico completamente al commissario. Ma in questo post non leggerete una recensione del Il campo del vasaio perchè non sono assolutamente in grado di scriverla. D'altra parte se ne leggono tante in giro e le opinioni dei lettori si sprecano. Io però nutro una curiosa forma di miopia affettiva nei confronti di Montalbano e del suo papà Camilleri a partire, come ho scritto da qualche altra parte, da quell'incipit fulminante de La forma dell'acqua (da poco in tv hanno trasmesso nuovamente l'episodio) "Lume d'alba non filtrava nel cortiglio della Splendor ...". Magari qualche libro mi ha coinvolto di più, qualche indagine è stata più interessante e, certo, il tempo passa, il commissario invecchia etc. etc. Ma, manco a dirlo, Il campo del vasaio è imperdibile come i precedenti.

martedì 25 marzo 2008

A prova di Baby


Con un biglietto da visita come il delizioso Piccole confusioni di letto (il primo libro recensito in questo blog), Emily Giffin partiva decisamente avvantaggiata. Ma avrebbe potuto comunque deludermi e invece non l'ha fatto. A prova di Baby (PIEMME, 2008) è un altro piccolo capolavoro di Chick Lit, leggero e ironico nei toni, ma a tratti anche molto profondo. Ritroviamo gli stessi personaggi affascinanti simpatici e di successo che abbiamo già visto in Piccole confusioni di letto, le stesse ambientazioni, le stesse atmosfere e altrettanto complicate storie d'amore. In particolare "La" storia d'amore tra i protagonisti Claudia e Ben sembrerebbe non essere complicata affatto, ma anzi rappresentare un'unione assolutamente felice consolidata da interessi comuni e da un'identica visione della vita: la carriera prima di tutto e certo, anche l'amore, ma rigorosamente a due posti; niente "famiglia" che non sia quella d'origine (che già da i suoi bei grattacapi) e quindi niente figli. Tutto bene dunque fino a quando uno dei due non cambia idea. E allora via con separazioni, gelosie, ripensamenti, incomprensioni prima dell'immancabile lieto fine da classico del genere in cui entrambi credono che lui/lei stia per sposare l'altra/altro e quando finalmente uno dei due lo dice, l'altro casca dalle nuvole e mentre contrattacca entrambi cominciano a capire che forse sono stati dei grandi idioti... (avanti, quante volte abbiamo incontrato questo finale, e quante volte ancora vorremmo incontrarlo?) e intorno anche parenti ed amici scivolano verso il loro personale lieto fine, a volte non così "perfetto", ma con qualche compromesso. "Io voglio la favola" diceva Vivienne/Julia Roberts in Pretty Woman. E chi non la vorrebbe? Ma a volte anche noi sognatrici Pemberlyane apprezziamo le "soluzioni" (e perchè no, anche i compromessi) che può offrirti la vita anche senza principi su destrieri e madrine con bacchette magiche.

mercoledì 5 marzo 2008

Il giorno in più


Non posso dire di aver amato moltissimo lo stile di Fabio Volo, non sono entrata perfettamente in sintonia col suo senso dell'umorismo e la storia, pur essendo nel complesso abbastanza appassionante e coinvolgente a tratti mi ha annoiata un pochino. E allora? siamo sul 4 scarso? penserete voi. Affatto. Il voto sarebbe comunque alto. E come potrebbe essere diversamente? Abbiamo un uomo che decide di punto in bianco di volare fino a New York per cercare una donna (o forse un sogno?). Abbiamo una romanticissima storia d'amore che dovrebbe essere solo un magico gioco ma che si rivela molto di più. Che dite? non basta a far salire il voto? e allora sentite il finale. Location: Parigi, Giardini del Lussemburgo (non ci sono mai stata ma devono essere proprio il posto adatto). Giacomo e Michela si sono dati appuntamento qui... ma è un appuntamento di quelli col fiato sospeso... di quelli che non sai se verrà... e hai l'impressione di giocarti tutto. Di quelli che sembra che stia tardando un po' troppo. Di quelli che ormai è troppo tardi non viene. Di quelli che hai il nodo in gola e gli occhi già lucidi e all'improvviso senti una voce...
Be'... magari non basterebbe a far avere al libro una recensione sulle più prestigiose riviste di critica letteraria, ma su questo blog con un finale del genere si parte almeno dall'8.

martedì 19 febbraio 2008

A sud ovest di Ferrara


A dire la verità per essere ospitato di diritto in questo blog al libro di Mirto Gerbato manca un elemento fondamentale: una storia d'amore a lieto fine. Ma noi pemberlyane siamo sportive e soprattutto non ci lasciamo sfuggire con facilità una bella storia. Specie se raccontata con leggerezza e ironia e leggerezza e ironia caratterizzano sicuramente la scrittura di Gerbato. Ironia che lascia spesso il posto al sarcasmo, ma che non è mai caratterizzata dalla ricerca esasperata della battuta ad effetto. L'ironia dei “nostri” libri insomma.
Per Roberto Maranini, il protagonista del libro, ho provato un'istintiva simpatia già dalle prime righe, forse già dalla prima riflessione "I sogni fregano, c'è poco da fare" (alla simpatia per il protagonista corrisponde, ovviamente l'ammirazione per l'autore. Ottimo l'incipit "secco"), ma è a pagina 14 che mi ha conquistato del tutto. E' a questo punto infatti che veniamo a sapere il titolo del libro che tiene sul termosifone vicino al wc (c'è chi li tiene sul comodino...). Avrebbe potuto essere un libro di Nicci French, con una di quelle copertine inquietanti, o qualcosa del genere. Invece no, è In sospeso di Anna Maxted, un libro che potrebbe veramente stare, quello si, a pieno titolo in questo blog e che nell'edizione TEA ha in copertina due piedi di donna che calzano un paio di deliziose ciabattine infradito.
Roberto Maranini dunque legge Anna Maxted, lavora alla Green Energy districandosi ogni giorno tra le scelte aziendali spesso disastrose e l'arrivismo dei colleghi e va in vacanza a Cuba. E l'amore? Ok rinunciare all'amore a lieto fine ma almeno qualche paginetta in salsa rosa ci dev'essere per forza. C'è, c'è... anzi ci sono amori... o "quasi" amori. E le pagine che li riguardano hanno proprio i toni "giusti", tanto da farci rimpiangere che non abbiano più spazio. Ma d'altra parte i toni giusti li hanno anche le altre pagine, quelle nelle quali Gerbato tratteggia con ironia che diventa spesso sarcasmo il carattere dei colleghi o descrive le scelte disastrose della Green Energy. O, sul versante privato quelle della seduta di psicanalisi col fratello Marco (non so perchè, ma l'ho subito immaginato come il fratello di Dannis Quaid in The Big Easy). E comunque, il fatto che non ci sia amore a lieto fine, non vuol dire che il libro abbia un finale triste: arrivato ad essere un “quasi” quadro aziendale Roberto si accorge di non avere poi tutta quella voglia di restare appeso a una parete e rinuncia alla promozione. E di questi tempi, avere il coraggio di una scelta simile è sicuramente un lieto fine. E se scegli di seguire i sogni a occhi aperti e le tue emozioni più autentiche devi essere preparato, ti può anche capitare che appena qualche pagina dopo l'ultima...

A sud ovest di Ferrara
Mirto Gerbato
Milano, Edizioni Melquiades, 2004

giovedì 14 febbraio 2008

Buon San Valentino 2

Accidenti... ho dimenticato la colonna sonora!

Valentine's Day (B. Springsteen)

I'm driving a big lazy car rushin' up the highway in the dark
I got one hand steady on the wheel and one hand's tremblin' over my heart
It's pounding baby like it's gonna bust right on through
And it ain't gonna stop till I'm alone again with you

A friend of mine became a father last night
When we spoke in his voice I could hear the light
Of the skies and the rivers the timberwolf in the pines
And that great jukebox out on Route 39
They say he travels fastest who travels alone
But tonight I miss my girl mister tonight I miss my home

Is it the sound of the leaves
left blown by the wayside
That's got me out here on this spooky old highway tonight
Is it the cry of the river
With the moonlight shining through
That ain't what scares me baby
What scares me is losing you

They say if you die in your dreams you really die in your bed
But honey last night I dreamed my eyes rolled straight back in my head
And God's light came shinin' on through
I woke up in the darkness scared and breathin' and born anew
It wasn't the cold river bottom I felt rushing over me
It wasn't the bitterness of a dream that didn't come true
It wasn't the wind in the grey fields I felt rushing through my arms
No no baby it was you
So hold me close honey say you're forever mine
And tell me you'll be my lonely valentine

Buon San Valentino!


Buon San Valentino a tutti gli innamorati (di un uomo, di una donna, dell'amore, della vita, di quello che volete insomma) e buon anniversario di matrimonio a me e mio marito. E si, poteva una come me cresciuta a pane e romanzi d'amore, scegliere un giorno diverso per sposarsi? direi proprio di no! Oggi nella biblioteca dove lavoro come di consueto per le ricorrenze, abbiamo esposto in evidenza una selezione di romanzi e film d'amore. Allora mi è venuta l'idea di fare anche nel blog una vetrina delle più belle storie d'amore (rigorosamente a lieto fine) dai libri e dai film. Senza pretese però, così, citando solo i primi che mi vengono in mente.
Ovviamente non posso che cominciare dalla storia d'amore tra Mr. Darcy ed Elisabeth Bennet (non vi farò il torto di citare titolo e autore :-), resa magnificamente anche nello sceneggiato della BBC, e rimanendo in campo Regency la farei seguire dalla storia d'amore tra Justin Alastair duca di Avon (Monsigneur!) e Leonie de La pedina scambiata di Georgette Heyer. Passiamo subito a un film? Harry ti presento Sally, of course. La dichiarazione finale Di Harry - Billy Cristal è una delle più belle che si siano mai sentite in un film. Avete presente?
"Ti amo quando hai freddo e fuori ci sono 30 gradi Amo la ruga che ti viene qui quando mi guardi come se fossi pazzo. Mi piace che dopo una giornata passata con te, sento ancora il tuo profumo sui miei golf. E sono felice che tu sia l'ultima persona con cui chiacchiero prima di addormentarmi la sera. E non è perchè mi senta solo, e non è perchè è la notte di Capodanno.Sono venuto stasera perché quando ti accorgi che vuoi passare il resto della vita con qualcuno, vuoi che il resto della tua vita cominci il più presto possibile".

Se non siete d'accordo con me davvero forse state sbagliano blog. Ma andiamo avanti. Libro o film? Pretty Woman, ancora un film. Anche qui la scena clou in quanto a romanticismo è quella finale. Un terrorizzato (soffre di vertigini!) Richard Gere che si arrampica nella scala antincendio, con la rosa in bocca e l'ombrello brandito a mo di spada, urlando "Vivienne!" Mentre scorrono le note della Traviata (Aaamaaami Alfreeedo...). Torniamo ai libri. Francisco e Irene in D'amore e Ombra di Isabel Allende. Anche se qui il lieto fine e relativo (tante sono le sofferenze che patiscono i protagonisti). Ma è una storia d'amore davvero bellissima.
Però dopo questa ce ne vuole una più allegra. Vediamo un po'... Emma e Andrea in A neve ferma di Stefania Bertola (o anche Bianca e il suo giovane dottore nello stesso libro, perchè no?). E di nuovo libro e film insieme, non possono mancare Rob e Laura di Alta fedeltà. E ce la vogliamo mettere anche una storia d'amore dai toni un po' più accesi e appassionati? Magari come quella fra Alanina e Cole Latimer in Come cenere nel vento, bel romanzone storico di Kathleen E. Wodiwiss. Ok, mi fermo. D'altra parte basta scorrere i post del blog per trovarne altri. Ma ovviamente si accettano suggerimenti!

martedì 12 febbraio 2008

Mi vendo



L'autrice di questo libro, che si firma Saradisperata è balzata qualche mese fa agli onori della cronaca per avere lanciato sul proprio blog (http://www.trentennedisperata.splinder.com/) la proposta choc di “una notte di sesso in cambio di un posto di lavoro". E ora la sua storia di trentenne stanca dello sfruttamento e delle truffe del precariato lavorativo è diventata un libro autobiografico. Lei è simpatica e in gamba, le sue "pretese" sono sacrosante e le sue "denuncie" assolutamente giuste (e chi può capirla meglio di me: sono stata Co.Co.Pro e ora ho un contratto a tempo indeterminato... ma lavoro per una Cooperativa, per cui il precariato continua), c'è anche una storia d'amore a lieto fine e in più non scrive male. E allora? allora avrei tanto voluto fare una recensione entusiasta, ma il libro in generale non mi ha entusiasmato :-( Semplicemente non è scoccata la scintilla. Forse per la ricerca continua della battuta sarcastica che in genere non riesce a farmi sorridere (ma forse non vuole nemmeno farlo) o chissà per quali altri motivi. Se non ho apprezzato un granchè il senso dell'umorismo di Saradisperata, mi sono però commossa nelle pagine tristi in cui si parla di Ivano, suo amico fraterno. Qui li il suo tocco è davvero leggero e delicato. Ma questo è un blog sul lieto fine: non posso assolutamente consigliare di leggere un libro per le sue pagine tristi! E allora, se avete voglia, leggete il libro perchè alla fne l'amore vero trionfa e per una volta anche il lavoro "vero".

lunedì 28 gennaio 2008

La figlia perfetta


Ci sono dei momenti in cui anche le lettrici compulsive vanno un po' più a rilento per motivi vari. E potete stare sicuri che proprio in quei momenti in cui il tempo che potete dedicare alla lettura (pochissimo) è inversamente proporzionale alla vostra stanchezza (enorme) il mercato editoriale sarà florido come non mai e i vostri amici e colleghi faranno a gara per suggerirvi delle letture imperdibili. Così voi siete costrette a stabilire delle priorità e rimandare qualcosa a tempi migliori. E capita che ad essere sacrificate siano anche le letture più adatte a questo blog, ma siccome non lo voglio abbandonare sono "costretta" a recensire ogni libro che leggo e non a selezionare come in altri periodi. Ma a parte questa precisazione, La figlia perfetta di Anne Tyler l'avrei forse recensito comunque. Perchè è un bel libro, perchè Anne Tyler scrive bene perchè dopo aver letto diversi suoi libri mi sembra di essere stata a Baltimora e siccome quasi sicuramente a Baltimora non ci andrò mai, questa è sicuramente una gran cosa. Ho iniziato a leggere i libri di Anne Tyler perchè Nick Hornby suggeriva di farlo (Turista per caso è in cima alle sue classifiche personali) e non è stato amore alla follia. Non sono libri da isola deserta, per me. Però ogni volta che ne ho avuto uno sotto mano ho avuto voglia di leggerlo, e così è stato anche con quest'ultimo.


La figlia perfetta racconta la storia di due famiglie, una americana e una iraniana che vivono a Baltimora e si incontrano in aereoporto il giorno dell'arrivo delle rispettive figlie adottive dalla Corea. E' l'inizio di una lunga amicizia nata col pretesto di fa rincontrare le bambine per favorirne l'integrazione e sviluppatasi oltre i bisogni veri e presunti di Susan e Jin-Ho perchè di "integrarsi" non hanno bisogno soltanto loro e tutti in generale hanno bisogno di sentirsi "a casa". I personaggi sono descritti con sguardo attento a tutte le sfumature di comportamento che stringe spesso sulle occasioni di confronto e sulle differenze culturali tra i componenti delle due famiglie. Poi si allarga nuovamente e mostrarci delle persone che dovunque vivano affrontano dei problemi, che vanno dal difficile distacco dal ciuccio alla malattia e all'elaborazione della perdita, hanno paura, ma a volte riescono a vincerla, e hanno bisogno di riti e di legami. Dovunque, perchè in questo tutto il mondo è paese. E trasmettere quest'idea di appartenenza a un'unico grande paese è da grandi scrittori.

domenica 13 gennaio 2008

Non avevo capito niente


Chiariamo subito una cosa: in questo libro c'è posto per la storia d'amore, ma non è chick lit, anzi lad lit. Il protagonista è un avvocato, ma non è un legal thriller. E' pieno di riflessioni filosofiche sulla vita, l'amore, il lavoro, la fortuna etc., ma non è... Ok, basta, proviamo anche a dire un po' cos'è. E' un libro bello bello bello. Il protagonista Vincenzo Malinconico è decisamente agli antipodi rispetto ai protagonisti maschili che si incontrano in questo blog (belli - ricchi - disuccesso - razionali - decisi - etc.). E' un po' "sfigato", incasinato, pasticcione, indeciso, codardo con impennate di orgoglio che gli fanno tirar fuori un improvviso coraggio. Ma è anche capace di buttare lì, con l'aria di chi spara fesserie, delle riflessioni che ci piacerebbe tanto aver fatto noi. "Ecco come sono fatto, io. Un vero jazzista della complicazione. Datemi una situazione già compromessa e vedete che assoli vi faccio. Il bello è che m'industrio anche, per complicarmi la vita, nel tentativo quasi fallimentare di facilitarmela...". Questo è Vincenzo Malinconico.
E sul versante sentimentale? (per la serie un motivo per il quale una persona, ammesso che ne esista almeno una, che legge questo blog perchè le interessa il tema e non perchè amica tua, debba leggere il libro!) Ci troviamo davanti ad una specie di imbranato? Affatto.
Anzi, Vincenzo Malinconico è pieno di sex appeal. Ed è caratteristica non da poco, visto che perfino i nostri "eroi" spesso ne difettano un po'. Mr. Darcy a parte che chiaramente ne ha un sacco, perchè non può avere difetti, anche se più che tra le pagine del libro se ne dovrebbero cercare le tracce nell'immaginario di ciascuna di noi. Ed è veramente curioso il fatto che se faccio una classifica dei protagonisti maschili di libri della chick lit o comunque con storie d'amore, in base al loro sex appeal, ai primi posti mi ritrovo Rob di Alta Fedeltà. Anche lui incasinato, pasticcione, indeciso e certo non di successo. Dovrei preoccuparmi? mah. Comunque torniamo al nostro libro. Che oltre ad avere un protagonista irresistibile è scritto con uno stile irresistibile e con un linguaggio irresistibile. E se state ancora leggendo il post e non siete già corsi in libreria o a telefonare al vostro "pusher", davvero non so cos'altro dirvi, la verità.

Non avevo capito niente
Diego De Silva
Einaudi, 2007

lunedì 7 gennaio 2008

Un'ottima annata

Finalmente una commedia romantica che merita veramente di essere vista, e si che non ce la saremmo certo aspettata proprio da Ridley Scott! In questo film ci sono tutti, ma proprio tutti gli ingredienti che noi amanti del genere pretendiamo e pergiunta amalgamati alla perfezione. Lui (Max - Russel Crowe) affascinante e cinico uomo d'affari londinese, torna in Provenza per esaminare la proprietà lasciatagli in eredità dal vecchio zio Henry e li ritrova i ricordi e le atmosfere della sua infanzia. Il proposito di vendere tutto e di tornare alla propria vita di sempre, all'inizio saldissimo, comincia pian piano a vacillare fino al crollo definitivo dopo l'incontro con Lei (Fanny - Marion Cotillard) che aiuterà Lui a recuperare la parte emozionale e fanciullesca di se, messa in standby dalle spietate regole del mondo della finanza. Dateci un cuore ricoperto di ghiaccio e fatelo sbrinare davanti ai nostri occhi dal calore di una dolce fanciulla e davvero non chiediamo di meglio. Magari solo un bicchiere di buon vino da gustare durante il film. Perchè dopo tutti i profumi e i sapori che vengono evocati perfino a me vederlo sorseggiando Coca Cola sembra un po' blasfemo.