Non è l'ennesimo blog su Jane Austen... almeno non solo. E' uno spazio in cui si parla di libri, sopratutto di libri d'amore. Regency romance, ma anche chick lit e mummy lit per usare le più recenti definizioni sul genere. Caratteristiche fondamentali: happy end e sottile ironia. Capito il genere? Piace anche a voi? E allora, forza, alzi la mano chi di voi non ha, almeno per una volta sognato Pemberley. (Vai al primo post...)

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giovedì 1 novembre 2007

Meno male che ci sei



E meno male che c'è anche Maria Daniela Raineri a segnare un altro punto a favore della Chick lit all'italiana. Bel libro davvero, di quelli che non riesci proprio a mollare fino alla fine e anche oltre... perché è quasi inevitabile cercare di sistemare con la penna della fantasia quelle due o tre cosucce che restano in sospeso. E' la storia narrata con toni ora drammatici (senza però indulgerci troppo) ora comici di Allegra e Luisa, le cui vite si incrociano nel momento in cui Allegra decide di voler conoscere l'amante del padre, morto insieme alla madre in un tragico incidente. Le due si incontrano, si trovano simpatiche e decidono di vivere insieme e di formare una specie di famiglia. Famiglia un po' bizzarra quella composta da una trentaduenne e dalla diciassettenne figlia del suo defunto amante. Bizzarra ma pur sempre famiglia. Se poi ci si aggiungono due amiche del cuore di Luisa che sembrano "prestate" da un libro di Stefania Bertola e che commentano con toni spassosissimi ogni sua scelta, il quadro è completo. Dopo un periodo buio quindi Allegra si trova circondata da persone che le vogliono bene e riesce perfino a conquistare Gabriele, il ragazzo del cuore. Ma per l'happy ending c'è ancora da attendere. Prima c'è posto per torti, assurde gelosie, incomprensioni che portano Allegra ad allontanare da se tutte le persone che la amano e toccare nuovamente il fondo del pozzo della solitudine prima di iniziare la risalita. Perchè l'amicizia vera in fondo tionfa sempre. E l'amore? Beh... per dirla con le parole di Allegra, "i principi azzurri arrivano prima o poi, solo che non possono stare li ad aspettare che tu schiocchi le dita. Hanno i loro tempi".

lunedì 10 settembre 2007

Ma chi l'ha detto che solo le donne...

... Sanno scrivere storie d'amore a lieto fine con delicatezza e ironia? Io no, non l'ho mai detto. Anzi, devo dire che al secondo posto della mia personale classifica dei DIK (Desert Island Keeper) c'è proprio un uomo. Prima di svelarvi il suo nome però apriamo una piccola parentesi sui DIK. Abbiamo iniziato a chiamarli così (con una definizione non nostra ma copiata non ricordo dove) con un amico appassionato anche lui di libri e di classifiche a fine anno 1999, quando ci prese la smania di stilare top five di tutte le cose che avremmo voluto traghettare nel nuovo millennio e di quelle alle quali invece potevamo dire "addio senza rancor". Nello stendere le mie classifiche dei libri preferiti io avevo però sempre delle difficoltà che riuscivo a risolvere solo stendendone due diverse: una dei libri che mi erano piaciuti tantissimo, che ero felicissima di aver letto, che mi avevano dato grandi emozioni, che ritenevo dei capolavori, ma che non avevo voglia di rileggere continuamente, l'altra dei libri che non mi stancavo mai di rileggere: i libri da portarsi su un'isola deserta appunto. Nella prima c'erano sicuramente Guerra e Pace e Cent'anni di solitudine, gli altri non li ricordo e se ci pensassi ora ne verrebbe fuori sicuramente una classifica diversa ... chissà, magari potrebbero entrarci anche L'ombra del vento o Il cacciatore di aquiloni. In testa alla seconda c'era (è c'è) Orgoglio e pregiudizio e visto che per ogni autore si può scegliere solo un libro, al secondo posto c'era (e c'è) Nick Hornby con Alta fedeltà. Ed ecco chiusa la parentesi e svelato l'autore. Alta fedeltà non è un romanzo d'amore, anzi, nell'economia del racconto le pagine dedicate alla storia tra Rob e Laura non sono tantissime, ma la loro relazione è comunque il filo conduttore (e poi il libro si chiude con il loro personale happy end). Ma se non un romanzo d'amore in senso classico è comunque un romanzo di amori e di passioni. E' la storia coinvolgente e a tratti commovente di un trentacinquenne (anche lui , forse ex bambino a zig zag) appassionato di musica che se ne va in giro per Londra (che bello!) divertendosi a stilare classifiche (anche lui!) di dischi, canzoni, libri, film... Fino a che il fare classifiche non diventa un esercizio mentale che parte quasi in automatico e si trasforma in un modo di leggere la realtà: mitica la classifica delle più grandi fregature amorose e bella l'idea di lui che va a cercare le sue ex per vedere cos'è andato storto fra loro.
Per una volta poi ho amato tanto anche la trasposizione cinematografica del libro. Anche se a mio avviso soffre un po' il trasferimento della storia da Londra a Chicago, il film di Stephen Frears è davvero bello, John Cusack è un Rob perfetto e c'è anche un grandioso Jack Black nella parte dell'amico e socio al negozio di dischi.
Per rimanere invece nell'ambito della chick lit (o del suo esatto corrispondente maschile) trovo molto carini i libri di Mike Gayle: finora ho letto Mr. Dammitempo e La mattina dopo, ma fonti affidabili mi assicurano che anche gli altri valgono la pena.

martedì 4 settembre 2007

Ma chi l'ha detto che solo le inglesi lo sanno fare bene?

Veramente fino a poco tempo fa lo dicevo anche io. Ero convinta anche io che solo le autrici (e anche qualche autore... infatti a breve magari seguirà un post dal titolo "Chi l'ha detto che solo le donne lo sanno fare bene?") inglesi sapessero scrivere storie sentimentali con intelligenza e ironia. Al limite americane. Ma italiane? Naaaaaa! Non avevo ancora letto Stefania Bertola. C'è da dire, per dare agli inglesi quello che è degli inglesi, che nella formazione di questa autrice italianissima (torinese) Jane Austen ha avuto sicuramente il suo peso, ma il risultato è di una chick lit all'italiana (vogliamo chiamarla letteratura per pollastre?) di alto livello.
Storie sentimentali che strizzano l'occhio alla commedia. Personaggi a volte insoliti (ma adorabili) che fanno lavori improbabili e vivono spesso, o sognano di vivere, in ambienti improbabili (magari a Paperopoli...). Eppure sempre più spesso mi capita di dire di qualche amica o parente che sembra uscita da un romanzo di Stefania Bertola. (segue...)

Piccole confusioni di letto


Nonostante il titolo e la grafica di copertina che non promettono niente di buono, siamo nel campo della chick lit di qualità. La trama non è nemmeno tanto originale: la timida e sognatrice Rachel e l'egocentrica Darcy sono amiche per la pelle da sempre. Darcy sta per sposare Dexter bellissimo e affettuosissimo, e Rachel sarà naturalmente la sua testimone di nozze, ma la notte della festa per il suo trentesimo compleanno, organizzata proprio dall'amica, si risveglia nel letto del futuro sposo... Beh se volete sapere il resto leggete il libro.
A me è piaciuto tantissimo. E' romantico ma non è affato stuchevole, la scrittura è gradevole e scorrevolissima, mi ha fatto sentire come se stessi passeggiando per le vie di New York il 4 luglio ... e poi c'è il valore aggiunto della colonna sonora. Si lo so che stiamo parlando di un libro... ma provate a leggerlo con lo stereo che suona nel sottofondo Thunder road di Bruce Springsteen. Rachel e Dexter ve ne saranno grati.

Piccole confusioni di letto
Emily Giffin
Piemme, 2006