Non è l'ennesimo blog su Jane Austen... almeno non solo. E' uno spazio in cui si parla di libri, sopratutto di libri d'amore. Regency romance, ma anche chick lit e mummy lit per usare le più recenti definizioni sul genere. Caratteristiche fondamentali: happy end e sottile ironia. Capito il genere? Piace anche a voi? E allora, forza, alzi la mano chi di voi non ha, almeno per una volta sognato Pemberley. (Vai al primo post...)

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sabato 19 settembre 2009

La soavissima discordia dell'amore


Chiariamo subito una cosa: a me leggere un libro di Stefania Bertola procura un senso di benessere fisico, oltrechè psicologico, benessere capace di durare ben oltre la fine del libro. E questo vale anche per La soavissima discordia dell'amore... e il fatto che come trama mi sia piaciuto forse un pochino meno degli altri e che avrei preferito forse un finale diverso per almeno tre su quattro delle protagoniste, ha veramente un'importanza relativa. Quello che mi è mancato nell'intreccio l'ho infatti recuperato con gli interessi nella descrizione di situazioni e personaggi, per non parlare del fatto che, se fosse scritto col linguaggio e lo stile della Bertola, leggerei con piacere anche l'opuscolo pubblicitario di una finanziaria o qualsiasi altra cosa illeggibile vi possa venire in mente.
Se è vero che "Bisogna avere il caos dentro di se per generare una stella danzante" (F. Nietzsche), allora le protagoniste della Bertola potrebbero generare galassie intere di stelle danzanti, anche se dubito che il caos che hanno dentro possa essere inteso in senso nietzscheianio (ma piuttosto Pemberlyano!). Sono a volte troppo complicate a volte troppo poco, così poco da essere del tutto prive di subconscio e avere solo dei rudimenti di sistema nervoso, così lineari e poco complicate da essere assolutamente e snervantemente impermeabili al contraddittorio e diventare quindi "ad alto mantenimento" (ricordate Sally in Harry ti presento Sally?) esattamente come le amiche più complicate. Vivono spesso situazioni al limite del surreale, eppure ci sembra di poter dare loro appuntamento per un te, perché in fondo abbiamo la precisa sensazione che in quel gruppo ci staremo benissimo anche noi. Più complicato sarebbe forse trovare una collocazione insieme a tre delle protagoniste nel Tesk (Teatro Elettrico sul Pianeta Crypton), la compagnia di attori dilettanti che si prepara a mettere in scena uno spettacolo di avanguardia spinta “Shakespeare in cucina”, sotto la guida di un irascibile regista calabrese. Ma sarebbe comunque oltremodo divertente assistere alle prove, insieme alla terza protagonista e altri bizzarri personaggi, quali uno psicopata mezzo calmucco, un marchettaro pentito (che finirà col recitare nello spettacolo), una fidanzata ex agente dei nas con aspirazioni aristocratiche ma senso estetico tendente al grottesco. Intorno al Tesk fioriranno, ça va sans dire, nuovi amori rigorosamente a lieto fine, ma davvero questa volta c'è molto di più. Per esempio una grande quantità di citazioni shakespeariane disseminate per tutto il libro, alla faccia di chi pensa ancora che un romanzo leggero non possa essere “un buon libro”. Ma io vi assicuro e “non traggo il mio giudizio dalle stelle” (Shakespeare è così, ti prende la mano...), che questo lo è.

giovedì 20 agosto 2009

Prossimamente (speriamo presto?) ...

No potevo crederci: IO lo stavo catalogando, ma un'altra persona lo avrebbe avuto in prestito (e quindi letto) prima di me. C'era già una prenotazione che non potevo assolutamente scavalcare. Di aspettare un mese non se ne parlava nemmeno, per cui il pomeriggio stesso sono volata da Feltrinelli, ma le tre copie del libro che il computer dava disponibili sono risultate introvabili. In un'altra libreria lo avevano terminato e sarebbe arrivato nuovamente a settembre. Per cui ancora il tanto atteso nuovo libro di Stefania Bertola, La soavissima discordia dell'amore non è tra le mie mani. E io vivo quello stato di soavissima discordia dell'anima, che da un lato anela ad averlo subito, dall'altro vorrebbe ritardare il momento, perchè averlo significa leggerlo e quindi finirlo e quindi averlo già letto e invidiare chi ancora deve leggerlo e deve vivere ancora quei momenti di "leggerezza cosmica" che i libri di Stefania Bertola ti sanno regalare. Spero comunque di non dover aspettare troppo. A presto per la recensione dunque.
P.S.
Gli ultimi due libri letti, a parte Montalbano sono stati Lezioni di volo per sonnambuli di Sion Scott-Wilson e Ogni cosa è illuminata di Jonathan Safran Foer: interessanti (almeno il secondo), ma decisamente off topic. Nessuna recensione dunque.

giovedì 6 settembre 2007

Stefania Bertola

Come promesso torniamo un po' su Stefania Bertola. Non analizzerò uno per uno i suoi libri (anche perchè per farlo bene dovrei rileggerli e anche se spero di farlo prima o poi, ora proprio non posso) ma lancio solo qualche piccolo sassolino, sperando di far nascere in chi ancora non li conosce la voglia di leggerli. Sono storie di donne (al plurale: due sorelle, tre amiche, quattro cugine e ancora due amiche che poi diventano tre ...) comuni ma dolcemente complicate... "ad alto mantenimento" come la Sally di Harry ti presento Sally... raccontate con uno stile unico intriso di sopraffina ironia, calcando la mano sugli aspetti più bizzarri di personaggi e situazioni e stampandoci sul volto un sorriso che rimarrà fino all'ultima pagina e anche oltre. Non avrei mai creduto di trovare così adorabile una "non lettrice" dichiarata come Penelope di Aspirapolvere di Stelle: detesta ogni genere di libro, legge solo fumetti e sogna di vivere a Paperopoli, e in attesa di realizzare il suo sogno ne tiene in casa un plastico. E che dire della candida Caterina Chiarelli di Biscotti e Sospetti, stilista per bambole gonfiabili e venditrice di merci in stock di varia natura e di dubbia utilità (alci rosa luminosi e cose simili)?. A neve ferma è poi un piccolo capolavoro, goloso come i dolci che si preparano nella pasticceria Delacroix. Emma, che dopo una laurea in lettere con una tesi sulla Stele di Rosetta decide di fare la pasticcera, si fidanza con Andrea e viene mollata dopo tre indimenticabili giorni e la sua collega e coinquilina Bianca che fa progetti strampalati, ultimo quello di imbarcarsi su una baleniera per fuggire le attenzioni di un dottore che comincia a piacerle un po troppo. Il consesso delle cugine di Ne parliamo a cena non può non far sorridere chi ha esperienza di simili consessi familiari. Per quanto riguarda le figure maschili, tratteggiate sempre con grande cura ... non sono riuscite a scalzare Mr. Darcy, saldamente attestato in cima alla mia personale classifica dell'uomo ideale... Ma su qualcuno un pensierino ce l'ho fatto (leggete i libri e cercate di indovinare su chi:-). Intorno ai protagonisti ruotano poi una numerosa serie di personaggi spesso bizzarri, ma assolutamente godibili le cui storie appassionano esattamente come quelle dei protagonisti.
Quasi a voler rendere "reali" personaggi, oggetti e situazioni, a volerli far "esistere" oltre la durata del libro, la Bertola trova il modo di farli passare da un libro all'altro, e così nel bel mezzo di una festa in Aspirapolvere di stelle possiamo incontrare le cugine di Ne parliamo a cena o sulla scrivania dell'agenzia Fate Veloci (sempre in Aspirapolvere di stelle) troviamo la madonnina di gesso che Costanza tiene in casa in Ne parliamo a cena. Ma di più, trova il modo di fare lei stessa un balzo dentro i suoi libri: Biscotti e Sospetti è uno dei romanzi che viene attribuito a Filippo Corelli in Aspirapolvere di Stelle. Insomma se a questo punto non vi è venuta la curiosità, davvero non so che ci siate venuti a fare in questo blog.




martedì 4 settembre 2007

Ma chi l'ha detto che solo le inglesi lo sanno fare bene?

Veramente fino a poco tempo fa lo dicevo anche io. Ero convinta anche io che solo le autrici (e anche qualche autore... infatti a breve magari seguirà un post dal titolo "Chi l'ha detto che solo le donne lo sanno fare bene?") inglesi sapessero scrivere storie sentimentali con intelligenza e ironia. Al limite americane. Ma italiane? Naaaaaa! Non avevo ancora letto Stefania Bertola. C'è da dire, per dare agli inglesi quello che è degli inglesi, che nella formazione di questa autrice italianissima (torinese) Jane Austen ha avuto sicuramente il suo peso, ma il risultato è di una chick lit all'italiana (vogliamo chiamarla letteratura per pollastre?) di alto livello.
Storie sentimentali che strizzano l'occhio alla commedia. Personaggi a volte insoliti (ma adorabili) che fanno lavori improbabili e vivono spesso, o sognano di vivere, in ambienti improbabili (magari a Paperopoli...). Eppure sempre più spesso mi capita di dire di qualche amica o parente che sembra uscita da un romanzo di Stefania Bertola. (segue...)