Non è l'ennesimo blog su Jane Austen... almeno non solo. E' uno spazio in cui si parla di libri, sopratutto di libri d'amore. Regency romance, ma anche chick lit e mummy lit per usare le più recenti definizioni sul genere. Caratteristiche fondamentali: happy end e sottile ironia. Capito il genere? Piace anche a voi? E allora, forza, alzi la mano chi di voi non ha, almeno per una volta sognato Pemberley. (Vai al primo post...)

giovedì 7 ottobre 2010

Ai miei non piaci molto, lo sai

Lo confesso: ho letto questo libro già da qualche mese, ma non avevo ancora trovato il tempo o piuttosto l'ispirazione per recensirlo. Però mi dispiace un pochino lasciarlo passare così, anche perché pur di scrivere qualcosa ho dato spesso spazio nel blog anche a libri decisamente poco pemberlyani e questo invece tutto sommato un posticino lo merita. In verità la storia, un’epopea familiare fatta di lotte, spostamenti e sacrifici è tutt'altro che leggera, anche se l'autrice è bravissima a raccontare vicende anche molto forti senza eccedere mai col pathos. Ma c'è l'inseguimento tenace di un sogno che poi si concretizza: emigrare dalla Romania di Ceausescu verso gli Stati Uniti, per far crescere il proprio figlio in un paese libero. Ci sono le storie d'amore tra la protagonista Helen e il marito Jacob e tra il loro figlio Alexandru e la fidanzata/moglie Marie. E c'è poi (ma prima in ordine di "peso" nell'intreccio) la narrazione del rapporto tra Helen e Marie, due donne forti e diversissime unite dall'amore per lo stesso uomo. Rapporto difficilissimo che sembrerebbe dover sfociare in una drastica rottura o al massimo in un freddo e formale armistizio in nome di una superficiale pace familiare, e invece va oltre fino ad arrivare a piccoli passi (che si fanno più grandi con l'arrivo della nipotina Camille) a un vero avvicinamento che ha le sfumature dell'affetto e della comprensione... e, perchè no? del lieto fine.

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