Non è l'ennesimo blog su Jane Austen... almeno non solo. E' uno spazio in cui si parla di libri, sopratutto di libri d'amore. Regency romance, ma anche chick lit e mummy lit per usare le più recenti definizioni sul genere. Caratteristiche fondamentali: happy end e sottile ironia. Capito il genere? Piace anche a voi? E allora, forza, alzi la mano chi di voi non ha, almeno per una volta sognato Pemberley. (Vai al primo post...)

domenica 8 giugno 2008

Persuasione su Sky Fox Live


Alla fine di una giornata durissima, appena messo a letto il mio piccolo tiranno, cosa avrebbe potuto capitarmi di meglio che premere per caso il canale 111, dare un'occhiata ai costumi in perfetto stile regency del film in programma e scoprire che si tratta nientepocodimenochè di Persuasione, tratto dall'omonimo romanzo della nostra Jane. Mi preparo a gustarmelo... sicuramente è una versione per la TV... non la conosco, ma i costumi sono davvero belli e accurati e anche le ambientazioni sono davvero niente male. E' bastato però un primo piano di Anne Elliot, la protagonista a farmi sorgere il dubbio che costumi e locations sarebbero state le uniche cose che avrei apprezzato nel film. Ora, Persuasione appartiene ai libri dellla Austen che ho letto ma non riletto (a parte le ultime pagine, da quando il capitano scrive la lettera in poi), per cui non ricordo benissimo il libro, ma certo non mi pare che i protagonisti venissero descritti entrambi come persone di particolare bellezza. Ma lei nel film è davvero brutta! Anzi, più che brutta assolutamente insignificante! Il capitano Wentworth al confronto è fin troppo "belloccio", col suo profilo regolare, capelli chiari spettinati ad arte ed occhi azzurri. Anne invece di profilo è anche peggio. Per tutta la durata del film ho pensato che quel profilo mi ricordava qualcuno e verso la fine sono rimasta folgorata: è il profilo di Roberto Benigni! Che per altro non ho mai trovato sgradevole. In Benigni appunto, non in miss Anne Elliot. E chi conosce questo genere di film sa perfettamente quanto sia importante il profilo visto che nelle scene più importanti, quelle nelle quali si giurano amore eterno, i protagonisti sono ripresi appunto di profilo. E che dire dei dialoghi. Se quelli tra gli altri personaggi conservano una certa vivacità, in quelli tra Anne e Frederick la lentezza e le pause sono esasperate ed esasperanti. So perfettamente che il libro è diverso, i personaggi sono diversi e dunque non possiamo aspettarci la vivacità dei dialoghi fra Elisabeth e Mr Darcy, ma almeno un minimo di vitalità! Sono andata di proposito a rivedermi le parti finali del libro per vedere se l'autrice in qualche punto abbia voluto suggerirci una tale incapacità di spiccicare parola (ovviamente quando sopraffatti dall'emozione) nei protagonisti, ma non ho trovato nulla che me lo facesse pensare. Ma la delusione più grande è stato il finale. Ricordiamo un po' la scena della lettera come viene descritta nel libro, una scena bellissima che nessuna visitatrice non casuale di questo blog non può non adorare (è stata ripresa anche nel diario di Bridget Jones). Il capitano seduto allo scrittoio è apparentemente intento a scrivere una lettera, in realtà ascolta la conversazione tra Anne e il capitano Harville, su quale dei due sessi sia capace di maggiore costanza in amore... Incapace di trattenersi Frederick smette di scrivere al capitano Benwick e decide di scrivere ad Anne (che pure è li davanti ai suoi occhi!) una lettera che inizia così "Non posso ascoltare più a lungo in silenzio. Devo parlarvi servendomi dei mezzi che ho sottomano. Le vostre parole mi penetrano nel profondo dell'animo. Mi dibatto tra l'angoscia e la speranza...". Poi indirizza la lettera a miss Elliot, la mette sotto l'altra, si alza saluta ed esce. Qualche secondo dopo, rientra nella stanza fingendo di dover recuperare i guanti e senza farsi notare sfila la lettera da sotto gli altri fogli e la consegna ad Anne.
Quante volte ho immaginato questa scena, che in una ideale classifica delle scene più romantiche è sicuramente ai primi posti.
E sapete che fine fa nel nostro film? Scompare! Non vediamo il capitano che scrive la lettera, vediamo solo lei che la riceve (non dalle mani di lui!) e la legge per strada. Senza parole. Passi tutto il resto, ma questo... Vado a rileggermi l'ultimo capitolo del libro per dimenticare l'affronto.

mercoledì 28 maggio 2008

Coming Soon

Lilypie Expecting a baby Ticker

Volevo solo dirvi che sono ancora qui e che la prossima recensione arriverà (spero) presto. Per questo ho scelto questo titolo. Ma già mentre lo scrivevo il pensiero del libro che sto leggendo (Chi lo sa? di Margarida Rebelo Pinto) e sfumato nella mia mente e al suo posto si è impresso in tutta la sua grandiosità il pensiero di un altro "presto in arrivo": il nostro piccolo Giaime.
E si, perché il tempo passa, la pancia cresce ... e siamo arrivati alla 32a settimana. Giaime dovrebbe arrivare intorno al 22 luglio e noi, ma soprattutto Niccolò non vediamo l'ora.
Oggi abbiamo fatto l'ecografia e abbiamo scoperto che va tutto bene e che il signorino è piuttosto grandicello per la sua "età". Ecco perché tutti mi dicono che sono in gran forma: "ciuccia" tutto lui :-). E intanto il cosiddetto "corredino" per il nascituro mi offre un valido motivo per dedicarmi a una delle mie attività preferite, lo shopping, anche se in verità i ritardi cronici negli stipendi mi impediscono di fare sfaceli alla Becky Bloomwod. A proposito, ci credereste mai? dopo aver divorato o quasi tutti i precedenti libri della saga, ho mollato dopo solo 10 pagine I love shopping con il baby. Proprio non ci sono riuscita. Ok "non poter fare assolutamente a meno" di quel vestitino anche se non hai la più pallida idea se nascerà una femminuccia o un maschietto, ma quando ha deciso di mollare il suo ginecologo perché vuole a tutti i costi la supertrendy ginecologa delle dive, Becky ha definitivamente oltrepassato per me il confine vicino al quale era andata più volte in passato. Mi è diventata insomma decisamente antipatica. E poco importa che alla fine del libro possa essersi riscattata. Io passo direttamente a Ti ricordi di me, l'ultimo dell'autrice. Ok... sono riuscita comunque a chiudere il post parlando di libri, dimostrando quanto sia falsa la convinzione che le mamme gira che ti rigira finiscono per parlare sempre dello stesso argomento. Però, guardate che carino il ticker in alto...

giovedì 8 maggio 2008

In sospeso


A volte mi capita di utilizzare titoli, incipit o capoversi di pagine prese a caso come il gioco della magica palla 8, per fare delle domande ed avere delle risposte, delle profezie. Per questo libro non l’ho fatto, ma di sicuro il titolo è stato profetico. Ho iniziato a leggerlo lo scorso autunno appena arrivato in biblioteca convinta che mi sarebbe piaciuto, ma l’ho messo da parte quasi subito perché una triste vicenda narrata nel libro mi ricordava troppo una triste vicenda che stavo vivendo in quel momento. L’ho tenuto “in sospeso” appunto. Fino allo scorso febbraio quando l’ho incontrato per caso in un altro libro, A sud ovest di Ferrara (vedi recensione) e mi è venuta voglia di riprenderlo in mano. L’intuizione iniziale si è rivelata assolutamente giusta. Lo stile e il linguaggio sono proprio quelli che “ci” piacciono, i toni attraversano tutta la gamma che va dalla delicata ironia fino al sarcasmo. Ironia che a momenti si vela di malinconia e cerca di strappare sorrisi con gli occhi umidi, quando i temi affrontati sono seri come la perdita e il rimpianto, ma diventa sarcasmo e sfocia in esilaranti battute specie nei confronti di certi personaggi. Marcus, per esempio, il padrone di casa innamorato di se stesso, uno degli uomini sbagliati per i quali la protagonista Helen sembra avere una predisposizione naturale. Ma c’è anche l’uomo giusto in questa storia e “dopo varie peripezie” (possono mancare nei nostri libri?) ... Il finale è romanticissimo e imperdibile, per cui che ci fate ancora al computer?

mercoledì 16 aprile 2008

Devo comprare un mastino


Se tra i (pochi) lettori di questo blog vi fosse qualcuno che stesse cercando di sistemare un esemplare del cane in oggetto, sia chiaro che comprare un mastino non è un mio proposito, ma semplicemente il titolo di un libro. D'altra parte non saprei davvero cosa fare nemmeno con uno di quei cagnetti che sembrano un incrocio tra cane e topo, figurarsi con un cagnone grosso (anche se è divertente immaginare come reagirebbe il mio cinofobo marito a una proposta di questo tipo). Chi invece sembrerebbe ben decisa ad averne uno è Francesca, la protagonista del libro, già incontrata in Amori a progetto che è appunto il seguito (chiedo scusa, anche a me se c'è un seguito piace leggere i libri nel guisto ordine cronologico, ma quando l'ho letto non sapevo che c'era un precedente) di questo libro. In Amori a progetto Francesca si preparava all'imminente matrimonio mentre in Devo comprare un mastino assistiamo alla nascita della sua storia d'amore con Giovanni. Storia d'amore abbastanza rocambolesca, ma d'altra parte non poteva essere altrimenti con una protagonista come Francesca. Per non parlare poi delle vicende in cui le sue strampalate ma inseparabili amiche ci mettono il carico coinvolgendola in affari improbabili come quello di improvvisarsi tour operator per scorrazzare per la città un pullman di turisti giapponesi facendogli cantare oscene canzoni in dialetto ligure. Lo stile e il linguaggio di Tiziana Merani sono al solito leggeri e ironici, ma nel complesso il libro è ancora più carino e divertente e il protagonista maschile rispetto all'altro libro totalizza un punteggio più alto nella scala Darcyana di valutazione (forse perchè essendo in fase di conquista deve sfoderare maggiore sex appeal). E il mastino? Beh, se davvero volete saperlo dovete leggere il libro, come ho già lascitao intuire, gli aspetti canini non rientrano nelle mie competenze.

martedì 8 aprile 2008

Off topic (?) Il campo del vasaio


Anche se poi non è che si tratti proprio di un off topic visto che in questo blog il commissario Montalbano è comparso già dai primi post e ne ha avuto anche uno tutto suo. Ebbene si, è uno dei miei punti deboli, non resisto proprio: al momento dell'uscita di ogni nuovo Camilleri/Montalbano mando in standby qualunque cosa (o quasi) stia leggendo in quel momento e per due giorni mi dedico completamente al commissario. Ma in questo post non leggerete una recensione del Il campo del vasaio perchè non sono assolutamente in grado di scriverla. D'altra parte se ne leggono tante in giro e le opinioni dei lettori si sprecano. Io però nutro una curiosa forma di miopia affettiva nei confronti di Montalbano e del suo papà Camilleri a partire, come ho scritto da qualche altra parte, da quell'incipit fulminante de La forma dell'acqua (da poco in tv hanno trasmesso nuovamente l'episodio) "Lume d'alba non filtrava nel cortiglio della Splendor ...". Magari qualche libro mi ha coinvolto di più, qualche indagine è stata più interessante e, certo, il tempo passa, il commissario invecchia etc. etc. Ma, manco a dirlo, Il campo del vasaio è imperdibile come i precedenti.

martedì 25 marzo 2008

A prova di Baby


Con un biglietto da visita come il delizioso Piccole confusioni di letto (il primo libro recensito in questo blog), Emily Giffin partiva decisamente avvantaggiata. Ma avrebbe potuto comunque deludermi e invece non l'ha fatto. A prova di Baby (PIEMME, 2008) è un altro piccolo capolavoro di Chick Lit, leggero e ironico nei toni, ma a tratti anche molto profondo. Ritroviamo gli stessi personaggi affascinanti simpatici e di successo che abbiamo già visto in Piccole confusioni di letto, le stesse ambientazioni, le stesse atmosfere e altrettanto complicate storie d'amore. In particolare "La" storia d'amore tra i protagonisti Claudia e Ben sembrerebbe non essere complicata affatto, ma anzi rappresentare un'unione assolutamente felice consolidata da interessi comuni e da un'identica visione della vita: la carriera prima di tutto e certo, anche l'amore, ma rigorosamente a due posti; niente "famiglia" che non sia quella d'origine (che già da i suoi bei grattacapi) e quindi niente figli. Tutto bene dunque fino a quando uno dei due non cambia idea. E allora via con separazioni, gelosie, ripensamenti, incomprensioni prima dell'immancabile lieto fine da classico del genere in cui entrambi credono che lui/lei stia per sposare l'altra/altro e quando finalmente uno dei due lo dice, l'altro casca dalle nuvole e mentre contrattacca entrambi cominciano a capire che forse sono stati dei grandi idioti... (avanti, quante volte abbiamo incontrato questo finale, e quante volte ancora vorremmo incontrarlo?) e intorno anche parenti ed amici scivolano verso il loro personale lieto fine, a volte non così "perfetto", ma con qualche compromesso. "Io voglio la favola" diceva Vivienne/Julia Roberts in Pretty Woman. E chi non la vorrebbe? Ma a volte anche noi sognatrici Pemberlyane apprezziamo le "soluzioni" (e perchè no, anche i compromessi) che può offrirti la vita anche senza principi su destrieri e madrine con bacchette magiche.

mercoledì 5 marzo 2008

Il giorno in più


Non posso dire di aver amato moltissimo lo stile di Fabio Volo, non sono entrata perfettamente in sintonia col suo senso dell'umorismo e la storia, pur essendo nel complesso abbastanza appassionante e coinvolgente a tratti mi ha annoiata un pochino. E allora? siamo sul 4 scarso? penserete voi. Affatto. Il voto sarebbe comunque alto. E come potrebbe essere diversamente? Abbiamo un uomo che decide di punto in bianco di volare fino a New York per cercare una donna (o forse un sogno?). Abbiamo una romanticissima storia d'amore che dovrebbe essere solo un magico gioco ma che si rivela molto di più. Che dite? non basta a far salire il voto? e allora sentite il finale. Location: Parigi, Giardini del Lussemburgo (non ci sono mai stata ma devono essere proprio il posto adatto). Giacomo e Michela si sono dati appuntamento qui... ma è un appuntamento di quelli col fiato sospeso... di quelli che non sai se verrà... e hai l'impressione di giocarti tutto. Di quelli che sembra che stia tardando un po' troppo. Di quelli che ormai è troppo tardi non viene. Di quelli che hai il nodo in gola e gli occhi già lucidi e all'improvviso senti una voce...
Be'... magari non basterebbe a far avere al libro una recensione sulle più prestigiose riviste di critica letteraria, ma su questo blog con un finale del genere si parte almeno dall'8.