Non è l'ennesimo blog su Jane Austen... almeno non solo. E' uno spazio in cui si parla di libri, sopratutto di libri d'amore. Regency romance, ma anche chick lit e mummy lit per usare le più recenti definizioni sul genere. Caratteristiche fondamentali: happy end e sottile ironia. Capito il genere? Piace anche a voi? E allora, forza, alzi la mano chi di voi non ha, almeno per una volta sognato Pemberley. (Vai al primo post...)

martedì 2 ottobre 2007

Matrimoni, bugie e appuntamenti

Il titolo originale del romanzo di Leslie Carrol (anagramma, 2006) è Play Dates, letteralmente Appuntamenti di gioco e veramente non si capisce per quali stravaganti scelte editoriali sia stata fatta una simile traduzione: a libro appena finito mi sto ancora chiedendo dove mi sono persa le bugie e se veramente il peso che hanno i matrimoni nel libro, sia tale da farli comparire nel titolo.
Titolo a parte entriamo nel campo della mummy lit con un ironico romanzo a tre voci (quelle di Claire, di sua figlia Zoe e della zia Mia, sorella di Claire) sulla complicatissima vita di una mamma single alle prese con gli impegni quotidiani della figlia e sullo snobbismo di certe mamme dell'alta società newyorkese il cui unico scopo nella vita sembra quello di tenere i figli superimpegnati e loro stesse libere di dedicarsi agli "impegni" sociali. Le prime 210 pagine vanno avanti un po' lente in misura quasi inversamente proporzionale alla velocità delle giornate delle protagoniste densissime di appuntamenti e caratterizzate da una continua corsa contro il tempo. Gradevole e ironica la scrittura, carini i tours a tema sulle location dei film girati a NY, ma la minuziosa descrizione degli impegni scolastici e non di Zoe, mi ha a tratti decisamente annoiata. E tra l'altro non c'era traccia di personaggi maschili papabili per il lieto fine! E' bastato però la consueta sbirciatina alle ultime pagine per darmi la forza di andare avanti ed essere infine ricompensata con due belle storie d'amore e due happy ending questa volta più sospirati che mai. Due al prezzo di uno. Anzi tre, se ci si aggiunge il premio per l'ortografia a Zoe. Valeva la pena sopportare qualche pagina di noia.
E a proposito di happy ending, ecco come li definisce Claire "gli happy ending sono come i maglioni che preferiamo: fanno venire voglia di avvolgercisi dentro e raggomitolarsi come un gatto soddisfatto". Si avvicina l'inverno: cosa possiamo chiedere di meglio?

2 commenti:

Saffron ha detto...

Che bello! Un blog sui libri! Ti leggerò assiduamente!

Sandra ha detto...

Grazie... io spero di riuscire a postare assiduamente:-)