Non è l'ennesimo blog su Jane Austen... almeno non solo. E' uno spazio in cui si parla di libri, sopratutto di libri d'amore. Regency romance, ma anche chick lit e mummy lit per usare le più recenti definizioni sul genere. Caratteristiche fondamentali: happy end e sottile ironia. Capito il genere? Piace anche a voi? E allora, forza, alzi la mano chi di voi non ha, almeno per una volta sognato Pemberley. (Vai al primo post...)

domenica 16 settembre 2007

Boss lit

Dovete capire, c’è il disco in uscita, e poi il tour con una sola data italiana, per cu trovare i biglietti è difficilissimo e “siamo” molto agitati. Se non puoi essere tra quei folli che passano la notte in fila (manco si trattasse della chiamata per un lavoro da 3000 euro al mese con contratto a tempo indeterminato e a chi crede che io stia esagerando consiglio la lettura dell’esilarante Blinded by the light di Gianluca Morozzi), devi per forza sguinzagliare degli “agenti giusti”. E anche se il folle (la folle) che faccia la fila per te la trovi, hai sempre un po’ di paura: fino a che limite potrà spingersi la sua follia? E nonostante i tuoi sforzi per essere rilassata il tuo terzo occhio che corrisponde a non so quale chakra riesce a visualizzare non un punto di luce o acqua che scorre o robe simili, ma solo un nome: BRUCE. Per cui le attenuanti del caso ci sono tutte. Ma quando mia sorella mi ha chiesto “insomma, quando ti decidi a portarmi quei due libri di Bruce?” Ho pensato che forse stava un po’ esagerando. Perché vedete, magari state pensando che questo sia un OT ma i “libri di Bruce” in questione sono in realtà due perfetti esemplari di Chick Lit . Si tratta di Piccole confusioni di letto di E. Giffin già recensito in questo blog (Thunder Road è la canzone preferita dai protagonisti) e di Caffè con Panna di Leah Stewart nel quale la protagonista a un certo punto afferma di conoscere la sensazione di guidare la notte cantando a squarciagola Nebraska di Springsteen. Come, non vi sembra abbastanza come motivo per aver voglia di leggere un libro (di Bruce)? Beh, non siete dei veri springsteeniani, non potete capire. D’altra parte nemmeno io lo sono, ma incontrare Bruce Springsteen in un luogo così insolito per ben due volte di seguito è stato veramente carino. Perché vedete zio Bruce (e già mio figlio lo chiama così…) piace tanto anche a me. E anche se non sono una springsteeniana vera al mio matrimonio, nel Valentaine day del 2004 in chiesa si sono sentite If I should fall behind, Tougher than the rest e perfino The way. E non credo che siano molti i veri springsteeniani che possano dire di essersi sposati con le note di un’inedito. Ma quella volta ce l’avevo io l’agente giusto: la springsteeniana vera ce l’avevo in regia.

2 commenti:

Unknown ha detto...

Senti maaaa, non è che quella persona che fa la fila per te la farebbe anche per me??? può comprare il biglietto assieme al suo/tuo, non c'è bisogno che rifaccia la fila :-D.
Comunque, sai benissimo che non sono un fan del tizio, ma non lo ero neanche dei REM finché non li ho visti dal vivo ...

Sandra ha detto...

Purtroppo non era un "te" nel senso di "me", ma nel senso di "lei", sempre la solita, la springsteeniana vera mia parente stretta...E la folle che è rimasta in fila circa 12 ore per due biglietti è un'altra parente che, vista la professione (psicologa), dovrebbe curarla certa gente, invece ci si è trovata come la nutella dentro il pane...